tra rabbia e macerie

Otto mesi dopo il terremoto, viaggio nella Visso dimenticata

Il sindaco Pazzaglini: “Ho indicato questa zona già a gennaio per l'installazione di 47 casette in legno, ma nulla è stato fatto"

di Elena Tambini
04 Lug 2017 - 12:26
 © tgcom24

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"Secondo Renzi le casette sarebbero arrivate entro sei mesi. Ne sono passati 8 e neanche sono iniziati i lavori”. C'è sconforto e rabbia nelle parole del sindaco di Visso Giuliano Pazzaglini mentre mostra l'area verde di via Cesare Battisti, alla periferia del paese: "Ho indicato questa zona già nel mese di gennaio per l’installazione di 47 casette in legno, ma nulla è stato fatto".

Sarebbe stato fondamentale dare la possibilità alle famiglie di tornare a Visso entro l'estate,  "così avrebbero potuto iscrivere qui a scuola i loro figli". L'edificio scolastico infatti è uno dei pochi rimasto totalmente in piedi e agibile: rifatto completamente nel 2007, ha retto bene al sisma e potrebbe essere immediatamente utilizzato. Senza casette però la gente non tornerà, e Visso rischia di morire una seconda volta. "Dopo un anno lontano dal paese, c'è il rischio che le persone non tornino e che, di conseguenza, anche la futura ricostruzione sia inutile", continua il sindaco.

La domenica mattina è un via vai di moto, forze dell'ordine e curiosi davanti a quello che una volta era l'ingresso del paesino del Maceratese. Ora, sotto il sole dei primi di luglio, in quel punto della Valnerina è rimasto solo un posto di blocco delimitato da due transenne e un semaforo, dove i militari regolano gli ingressi nella zona rossa. Da lì ancora non è possibile percepire la desolazione portata dalle distruttive scosse del 26 e del 30 ottobre scorso. Forse perché la pasticceria Vissana, rimasta aperta dopo il terremoto, dispensa ottimi dolci e gustosi aperitivi che per qualche istante regalano un'illusione di normalità. Ma a Visso purtroppo di normale non c'è più nulla: dopo otto mesi il 90% della popolazione è ancora lontana dal paese, dislocata in diversi luoghi nel raggio di 100 km di distanza.

Addentrandosi nel centro storico la ricostruzione sembra lontanissima: in piazza Martiri le macerie sono stare riordinate, ma questo non allevia la sensazione di abbandono che invece traspare dalla vetrina chiusa e in parte distrutta dello storico bar Sibilla o dalle impalcature che sembrano reggere in piedi Palazzo dei Priori, sede del Municipio ed edificio storico più colpito. Il sindaco non si dà pace quando pensa a come è stata gestita l'emergenza: “Una procedura uguale per tutti i 140 comuni del cratere. Ci sono stati paesi totalmente distrutti che avrebbero dovuto avere procedure speciali. Noi ad esempio siamo sullo stesso piano di Macerata", dove i danni sono stati di gran lunga inferiori.

Solo a Visso per la ricostruzione sono stati rendicontati interventi per un milione di euro, ma al momento ne sono arrivati solo 200 mila. Così, nel piccolo paese che fa parte dei Borghi più belli d'Italia, si continua ad aspettare: una casetta, un aiuto, una promessa. Le ultime speranze rimangono riposte in quelle ruspe che hanno iniziato a lavorare nelle prime aree per le future casette.

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