Una provocazione o uno sciacallaggio: la pagina social a sostegno del ragazzo accusato dell'omicidio di Giulia Cecchettin raccoglie numerose critiche
Il caso di Giulia e Filippo è su tutti i media e come al solito arrivano gli sciacalli. "Per confutare le illazioni su un bravo ragazzo vittima del pressappochismo dei media", così si descrive la pagina Facebook nata a sostegno di Filippo Turetta, il ragazzo accusato dell'omicidio della sua ex fidanzata, Giulia Cecchettin. Il giovane, arrestato in Germania dopo una fuga durata otto giorni, è il principale indiziato. Ma qualcuno mette in dubbio la ricostruzione dei fatti e arriva ad accusare i media di avere usato un giudizio affrettato nei suoi confronti. Chiamando anche in causa episodi del passato come quello del caso Tortora.
"Filippo Turetta ragazzo modello", con la foto del ragazzo a identificarla. Questo il nome della pagina a sostegno del 22enne. I post prendono di mira articoli di giornale, dichiarazioni e la sorella della vittima di femminicidio, Elena Cecchettin. "La sorellona, ancora sui social, stavolta direttamente contro un Ministro (che per noi e' un coglione ma in questo caso non ci pare abbia scritto nulla di insensato). Non sarà che tra 6 mesi ci sono le elezioni europee e "qualcuno/a" sta prendendo la palla al balzo? Avremo presto in circolazione una nuova Ilaria Cucchi?", scrive chi si cela dietro la pagina.
A Turetta è stata dedicata la canzone di Peter Gabriel, "Biko" dedicata a Steve Biko, attivista suafricano anti-aparttheid, morto per le conseguenze delle torture subite in carcere, nel settembre 1977. E poi sono citati casi di giustizia in cui l'esito finale del giudizio è stato ribaltato nel corso del procedimento. Vedi il caso Tortora ma anche l'omicidio di Meredith Kercher. Non mancano poi le accuse all'avvocato difensore di Turetta giudicato troppo "molle" e soprattutto convinto della colpevolezza del suo assistito.
© Tgcom24
La pagina non conta molti "followers". Sono molti di più i commenti degli utenti che invece attaccano il ragazzo ma soprattutto l'ideatore della pagina. Molti pensano che ci si trovi di fronte a un "troll" che sfrutta in maniera indegna questo caso di cronaca nera.