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Un mese prima di essere violentata al Foro italico, la ragazza che ha fatto arrestare sette giovani aveva subito un'aggressione
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Un mese prima dello stupro al Foro Italico di Palermo, per il quale sono in carcere sette ragazzi, la 19enne che li ha fatti arrestare aveva subito un altro tentativo di violenza sessuale e si era salvata usando uno spray al peperoncino. A raccontarlo agli investigatori è stata la stessa ragazza, precisando che, quella volta, ad aggredirla erano stati due ragazzi, che le avevano offerto un passaggio in scooter.
La diciannovenne ha denunciato il tentativo di stupro lo scorso 14 luglio, sette giorni dopo la violenza subita al Foro Italico. L'occasione è il ritorno della ragazza in caserma per aggiungere altri particolari ai fatti già oggetto di indagine. Ai carabinieri la giovane racconta che altri due ragazzi avrebbero tentato di abusare di lei. Dice: "Non ricordo il nome di uno dei due, l’ho conosciuto un mese fa quando in compagnia di un altro ragazzo ha tentato di usarmi violenza nella zona del Politeama, vicino a dei gradini". La ragazza racconta: "Ero alla stazione e si erano offerti di portarmi a casa a bordo di uno scooter. Io ho accettato, ma loro in realtà, anziché accompagnarmi, si sono fermati".
A questo punto i due ragazzi tentano di violentarla. Uno le dice: "Stasera devi avere un rapporto con noi se no ti ammazzo". La 19enne racconta: "Mi ha preso di forza e mi ha buttata a terra, mentre l’altro si è avvicinato, ma certo non per soccorrermi". La ragazza riesce a salvarsi: ""Ho preso lo spray al peperoncino e ho spruzzato a entrambi", spiega ai carabinieri, "loro si sono alzati la maglietta per tamponarsi il viso e ho sentito quello robusto che diceva 'se ti rivedo ti ammazzo'".
Intanto, continuano le indagini sullo stupro al Foro Italico. Nei giorni scorsi è stata respinta l'istanza di scarcerazione di uno dei sette ragazzi. Gli avvocati della difesa lamentano di non avere ancora potuto vedere i video della violenza completi. Poiché questi filmati sono una delle prove cardine dell'inchiesta, chiedono di averli. Al momento, infatti, avrebbero potuto visionare solo i due realizzati dal giovane che ha attirato la 19enne nella trappola, dove si vedrebbero gli altri sei amici accanirsi sulla vittima. Per la Procura quelle immagini dimostrano la veridicità del racconto della vittima. I legali degli indagati, invece, considerano i filmati troppo parziali e di breve durata. Intanto, i periti hanno accertato che due spezzoni sarebbero stati condivisi in alcune chat, anche se non sarebbero poi finiti online.