Una pattuglia dei carabinieri ha sorpreso i giovani responsabili mentre infierivano su un ragazzo, riverso a terra
Arrestati tre giovani di 22, 25 e 30 anni accusati di un violentissimo pestaggio ai danni di un altro ragazzo avvenuto in pieno centro a Palermo. Una pattuglia dei militari ha sorpreso i tre giovani mentre infierivano su un ragazzo, riverso a terra, con calci, pugni e una bottiglia di vetro. L'intervento dei carabinieri ha consentito di arrestare uno degli aggressori e di mettere in fuga gli altri due, scongiurando così gravi conseguenze per la giovane vittima.
Le indagini, coordinate dalla procura hanno consentito di risalire agli altri due complici. Il gip ha disposto gli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico. Analoga misura cautelare è stata applicata, in occasione della convalida dell'arresto, nei confronti del giovane bloccato la stessa notte. La vittima, trasportata in ospedale a seguito dell'aggressione, ha riportato dodici giorni di prognosi.
Una spedizione punitiva nei confronti di un giovane che alla Vucciria a Palermo aveva colpito al volto un loro amico. Secondo l'accusa i tre indagati Marco Lo Bianco di 24 anni di Cefalù, Luixhi Halili di 21 anni di Termini Imerese e Fabio Mancuso, 30 anni di Petralia Sottana, si sono messi a caccia del giovane. Erano le tre e mezza di notte.
Gli aggressori, secondo gli investigatori, lo hanno bloccato all'incrocio tra corso Vittorio Emanuele e via Roma nei pressi del negozio Siculamente, lo hanno accerchiato e lo hanno picchiato con calci e pugni e anche con una bottiglia di vetro. La vittima è rimasta ferita alla testa con un vistoso taglio. I carabinieri vedendo l'aggressione sono riusciti a bloccare subito Fabio Mancuso che è stato arrestato quella stessa notte. Gli altri due giovani dopo le indagini grazie alle immagini dei sistemi di videosorveglianza dei negozi nella zona di via Roma e alcune immagini trovate nel cellulare di Mancuso.
"I tre aggressori - scrive il gip Clelia Maltese - hanno mostrato con la loro condotta un profondo disprezzo della vittima, punita con un vero pestaggio. La gravità della condotta connotata da bestiale violenza, il fatto che la stessi si sia sostanziata in un brutale pestaggio nei confronti di uno sconosciuto ritenuto colpevole di avere aggredito un amico, ma che si trovava da solo e sostanzialmente inerme evidenziano la proclività degli indagati alla commissione di atti minacciosi e soprattutto gravemente violenti, se non perniciosi".