Dalle immagini delle telecamere si vede la donna trascinata a forza nella zona dello stupro. Il video recuperato dal nucleo investigativo dei carabinieri mostrerebbe che il minorenne è stato tra i più violenti
I primi tre giovani arrestati per la violenza di gruppo che sarebbe avvenuta il 7 luglio a Palermo ai danni di una 19enne hanno presentato ricorso al Tribunale del Riesame sostenendo che la ragazza era d'accordo. Il Riesame conferma il carcere per due degli indagati. Venerdì c'erano state le udienze per due dei sette accusati, mentre lunedì mattina è stata la volta del terzo. "In questa fase non abbiamo dichiarazioni da fare", dicono i legali degli indagati.
I giudici, che hanno accolto la tesi della Procura, non hanno ancora depositato le motivazioni della decisione. Il tribunale, inoltre, deve ancora pronunciarsi sull'istanza di scarcerazione presentata dal terzo indagato.
La linea difensiva varia di poco tra gli indagati. Un giovane ha ribadito, anche nell'interrogatorio del 4 agosto, di essersi limitato a riprendere la scena con il cellulare, e di non aver fatto del male alla giovane. Gli altri ribadiscono che non ci sarebbe stata alcuna violenza e che la ragazza sarebbe stata consenziente.
Uno degli accusati lo ha detto davanti ai giudici del Riesame respingendo tutte le accuse. Ha anche dichiarato che sarebbe stata la vittima a condurre il gruppo al Foro Italico e che era consapevole di partecipare al rapporto sessuale di gruppo. La ragazza avrebbe chiesto di deviare il percorso per non essere vista dal fidanzato, che lavora in un locale del centro storico. La tesi contrasta però con le immagini delle telecamere di videosorveglianza, in cui si vede la giovane trascinata a forza verso la zona dove ci sarebbe stato lo stupro.
Sono previsti per martedì gli interrogatori agli altri tre giovani, arrestati venerdì, che saranno davanti al gip.
Quanto al minorenne arrestato, avrebbe chiarito la sua posizione davanti al gip del Tribunale per i minori. "Ha raccontato per filo e per segno quello che è successo quella notte - dice l'avvocato Pietro Capizzi, che assiste il giovane -. E' chiaro che ci sono molte cose che saranno oggetto di approfondimento e in questa fase non sia opportuno rivelare. Ci sono indagini e interrogatori in corso degli altri maggiorenni e al momento è preferibile non dire altro".
Un video trovato dai carabinieri in uno dei cellulari degli arrestati lascia pochi dubbi sulla presenza del ragazzo, che frattanto ha compiuto 18 anni, nel cantiere abbandonato a cui hanno preso parte sette giovani tra i 18 e i 22 anni. La confessione ha portato alla scarcerazione dell'indagato, che adesso si trova in comunità.
La procuratrice per i minori Claudia Caramanna ha annunciato la presentazione di un ricorso contro il provvedimento del gip, ritenendo che si tratti di fatti particolarmente gravi e dunque il giovane deve stare in carcere. Tra l'altro, il video recuperato dal nucleo investigativo dei carabinieri mostrerebbe che il minorenne è stato tra i più violenti. "In base al suo racconto - osserva l'avvocato Capizzi -, ci sono i presupposti per un percorso di recupero. Da qui la decisione del gip di attenuare le esigenze cautelari alla luce del racconto, che il gip ha ritenuto credibile".