A "Dritto e Rovescio"

Pamela Mastropietro, la madre racconta l'incontro con Oseghale: "Non si sta pentendo, ma si è inginocchiato per chiedere scusa"

Alessandra Verni a "Dritto e rovescio" dopo il confronto con l'assassino della figlia: "Non ci siamo stretti la mano"

21 Mar 2025 - 11:06
 © Da video

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"Non si sta pentendo". A "Dritto e rovescio" la madre di Pamela Mastropietro racconta l'incontro con Innocent Oseghale, condannato in via definitiva all'ergastolo, per l'omicidio della 18enne romana violentata, uccisa e fatta a pezzi a Macerata nel 2018, dopo essersi allontanata da una comunità di Corridonia. 

"Non si pente"

 "Già nelle varie udienze cercavo il suo sguardo - dice Alessandra Verni nel programma di Paolo Del Debbio -. Per noi familiari di vittime è impossibile parlare in aula. Nelle udienze non mi ha mai guardato negli occhi". Verni spiega la decisione di voler incontrare l'uomo: "Volevo guardarlo in faccia, questo incontro l'ho voluto fortemente e anche lui ha acconsentito di incontrarmi". La madre di Mastropietro sostiene che Oseghale non si stia pentendo: "Non denuncia - ha spiegato -. Non dice i nomi dei suoi complici e di chi sta pagando i suoi legali". La donna si è presentata all'incontro in carcere con gli abiti indossati da Pamela quando è stata uccisa: "Volevo arrivare al suo cuore, se ne ha uno. Volevo che si smuovesse. Sono uscita dall'incontro con il sorriso, perché ci siamo comportanti civilmente. Non ci siamo dati la mano. Quando l'ho visto ho provato rabbia, lui ha parlato per primo e mi ha salutato. Io non l'ho saluto, ci siamo seduti uno accanto all'altro".

Le scuse in ginocchio

  La madre di Pamela Mastropietro racconta cosa è successo alla fine del colloquio: "Si è inginocchiato per chiedere scusa, in questo incontro c'erano tre mediatori e li ringrazio perché hanno gestito questo incontro in maniera eccellente. Mi ha guardato negli occhi e in alcuni momenti abbassava lo sguardo". Il racconto di Verni poi si concentra sulle domande rivolte all'assassino della figlia: "Gli ho chiesto come l'avesse fatta a pezzi - ha detto -. Mi ha detto che ha iniziato dai piedi, poi la decapitazione. In realtà in udienza ad Ancona aveva detto che aveva iniziato dalla decapitazione. Poi il silenzio". La donna dice anche cosa l'abbia mossa a voler andare così a fondo nei dettagli: "L'ho fatto per Pamela, perché abbia giustizia. E per tutte le vittime che purtroppo una certa politica e certe associazioni femministe vogliono ignorare le vittime di un'immigrazione clandestina incontrollata". 

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