alla vigilia del suo 88esimo compleanno

Papa: la finanza non degeneri in criteri usurai, favorire economia di pace

L'intervento del pontefice alle delegazioni della Banca Etica, della Banca di Credito Cooperativo Abruzzi e Molise, della Banca di Credito Cooperativo Campania Centro, in udienza nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico

16 Dic 2024 - 16:02
 © VATICAN MEDIA Divisione Foto

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E' una finanza che "non ha più un volto" quella di questo mondo globalizzato, che "si è distanziata dalla gente", "che rischia di servirsi di criteri usurai quando favorisce chi è già garantito ed esclude chi è in difficoltà e avrebbe bisogno di essere sostenuto con il credito". Non usa mezzi termini papa Francesco, riflettendo "sulle potenzialità e sulle contraddizioni dell'economia e della finanza attuale" nel discorso alle delegazioni della Banca Etica, della Banca di Credito Cooperativo Abruzzi e Molise della Banca di Credito Cooperativo Campania Centro ricevute in udienza nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico.

Di fronte alla realtà attuale, Francesco chiede la remissione dei debiti, come già nella Spes non confundit, la bolla di indizione del Giubileo del 2025, e sottolinea che il profitto non deve essere l'unica finalità delle banche, altrimenti crescono le disuguaglianze e si calpestano le persone.

"Ci sono multinazionali che spostano attività in luoghi dove è più facile sfruttare il lavoro, mettendo in difficoltà famiglie e comunità e annullando competenze lavorative che si sono costruite in decenni. E c'è una finanza che rischia di servirsi di criteri usurai, quando favorisce chi è già garantito ed esclude chi è in difficoltà e avrebbe bisogno di essere sostenuto con il credito", ha detto ancora papa Francesco, ricevendo in udienza le delegazioni di alcuni istituti bancari italiani.

"Il rischio che vediamo è la distanza dai territori - prosegue il Santo Padre -. C'è una finanza che raccoglie fondi in un luogo e sposta quelle risorse in altre zone con l'unico scopo di aumentare i propri interessi. Così la gente si sente abbandonata e strumentalizzata. Quando la finanza calpesta le persone, fomenta le disuguaglianze e si allontana dalla vita dei territori, tradisce il suo scopo. Diventa economia incivile".

Sono positive quelle economie e finanze che "hanno ricadute concrete sui territori, sulla comunità civile e religiosa, sulle famiglie", è la considerazione del Papa, che si sofferma sull'importante ruolo sociale delle banche. "Gli istituti bancari hanno responsabilità grandi per incoraggiare logiche inclusive e per sostenere un'economia di pace. Il Giubileo alle porte ci ricorda la necessità di rimettere i debiti. E' la condizione per generare speranza e futuro nella vita di molta gente, soprattutto dei poveri", sottolinea il pontefice.

"La vostra presenza qui parla di una diversità nel mondo economico e bancario - ha evidenziato il Papa -. Avete storie e strutture differenti per rispondere a bisogni diversi delle persone. In effetti, senza sistemi finanziari adeguati, capaci di includere e di favorire la sostenibilità, non ci sarebbe uno sviluppo umano integrale". Secondo il pontefice, "gli investimenti e il sostegno al lavoro non sarebbero realizzabili senza il ruolo di intermediazione tipico delle banche e del credito, con la necessaria trasparenza".

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