L'appello del Pontefice nella Giornata contro la tratta di persone: "Auspico che venga data voce ai nostri fratelli più piccoli, umiliati nella loro dignità"
"Incoraggio quanti aiutano i minori schiavizzati e abusati. Auspico che quanti hanno responsabilità di governo combattano con decisione questa piaga, dando voce ai nostri fratelli più piccoli, umiliati nella loro dignità". Lo ha detto il Papa nella Giornata contro la tratta di persone. "Serve - ha spiegato il Pontefice - ogni sforzo per debellare questo crimine vergognoso e intollerabile".
"Occorre fare ogni sforzo per debellare questo crimine vergognoso e intollerabile", ha proseguito Bergoglio durante l'udienza generale. Nei saluti finali, il Papa ha ricordato che l'8 febbraio la Chiesa commemora suor Giuseppina Bakhita, "che da bambina fu vittima della tratta. L'auspicio è che il suo ricordo accresca nei giovani d'oggi l'attenzione per i coetanei più svantaggiati e in difficoltà".
Preghiera per i musulmani Rohingya, respinti e uccisi - Papa Francesco ha poi rivolto una preghiera speciale "per i nostri fratelli e sorelle Rohingya, rifugiati musulmani cacciati via da Myanmar che vanno da una parte all'altra perché non li vogliono. Sono buoni, non sono cristiani, sono gente pacifica, sono fratelli e sorelle nostri. Soffrono da nni, sono torturati, uccisi, semplicemente per portare avanti la loro fede musulmana".
"Il cristiano non dice mai 'me la pagherai'" - Il Pontefice ha poi sottolineato l'importanza di "non creare muri ma ponti, non ricambiare il male col male, vincere il male con il bene, l'offesa con il perdono". Papa Francesco ha poi alzato lo sguardo e ha affermato: "Il cristiano mai può dire 'me la pagherai'. Mai! Questo - mettendosi il pollice tra i denti, mimando un gesto di minaccia - non è un gesto cristiano. L'offesa si vince con il perdono, vivendo in pace con tutti. Questa è la Chiesa".