Il professor Sergio Alfieri del policlinico Gemelli fa il punto dopo una settimana di ricovero: "Papa Francesco vuole che diciamo la verità". Il pericolo maggiore in questo momento, secondo i medici, sarebbe la sepsi
"Il Papa ha sempre voluto che dicessimo la verità, la sua è una malattia cronica e in questo momento non è fuori pericolo", lo ha detto il professore Sergio Alfieri in un briefing al Gemelli sulla salute del Papa ad una settimana dal suo ricovero. "Il Papa è di buonumore e fa battute. L'altro giorno gli ho detto: 'Buongiorno Santo Padre'. E lui mi ha risposto: 'Buon giorno santo figlio. Tanto per dire", ha aggiunto Alfieri che poi ha precisato: "Il Papa non è fuori pericolo". Il professore ha poi specificato: "Adesso non è in pericolo di vita, oggi è andato in cappella a pregare". I medici attendono nei prossimi giorni l'esito delle nuove terapie ma sulla lunghezza della degenza i sanitari non si sono sbilanciati. "Il Papa non è fuori pericolo, è un signore di 88 anni, cammina in carrozzina. Hanno instaurato una terapia ma non è sempre facile bilanciarle, non è un lavoro facile". Secondo il professor Alfieri in questo momento il pericolo maggiore è la sepsi (qui spieghiamo di cosa si tratta).
"Il Papa si rimetterà e tornerà a Santa Marta. Noi lavoriamo per curare il paziente. La parte cronica resterà, la parte acuta sarà risolta": ha detto il prof. Sergio Alfieri. "Non facciamo fake news, noi nei bollettini diciamo solo la verità, anche il Papa lo ha sempre fatto. Quello che si scrive nei bollettini medici è solo la verità", ha aggiunto.
"La bronchite asmatica rimane, la malattia cronica rimane. Lui si rende conto che la situazione è grave. A volte gli manca il respiro": ha detto il prof. Sergio Alfieri, del Gemelli, rispondendo ai giornalisti sulle condizioni di salute di Papa Francesco. "Lui è avanti a noi - ha detto - ma ha la testa di un sessantenne, un cinquantenne". "Il Papa mantiene il suo buon umore, non è allettato. Per definizione è un paziente fragile", vista l'età, "e inizialmente per via degli impegni istituzionali e privati ha ritenuto opportuno cercare di farsi curare a casa", ha aggiunto Alfieri.
"La malattia cronica rimane, il Papa lo sa, ha detto 'mi rendo conto che la situazione è grave'", "a volte gli manca il respiro e la sensazione non è piacevole per nessuno", ha aggiunto il professor Alfieri secondo cui Francesco "ha un cuore forte e la testa di un 60enne". Il Papa resterà ricoverato al Gemelli "almeno tutta la prossima settimana".
"Dobbiamo essere concentrati a superare questa fase qui. Vediamo la tempra del Santo Padre, non è una persona che molla", ha detto il dottor Luigi Carbone nel briefing al Gemelli. "Il Santo Padre sta rispondendo alle terapie", che gli vengono somministrate", terapie che "non sono state cambiate ma potenziate".
"Il Papa non è attaccato a nessun macchinario. Quando ha bisogno mette i naselli per un po' di ossigeno, ma sta a respiro spontaneo e si alimenta", ha spiegato Alfieri.
"Il Papa, che ha un cervello più grande di quello di tutti noi messi insieme, sa che è in pericolo. Cosa può capitare? Che questi germi, che oggi sono localizzati nei polmoni, nonostante tutte le terapie" passino nel sangue. A quel punto "una sepsi sarebbe difficile da curare" "Il vero rischio è che i germi passino nel sangue. Oggi non ci sono". Così ha risposto Sergio Alfieri ai giornalisti che domandavano quale potesse essere il pericolo in questo momento per Papa Francesco.