LA MESSA A CARPI

Papa a Carpi: avete sollevato le macerie e ricostruito con speranza

La messa a Carpi davanti a 70mila persone invitate a risollevarsi dalle macerie. Il Santo Padre a Mirandola: "Siete un esempio di coraggio per l'umanità"

02 Apr 2017 - 21:00

"C'è chi si lascia chiudere nella tristezza e chi si apre alla speranza. C'è chi resta intrappolato nelle macerie della vita e chi, come voi, con l'aiuto di Dio solleva le macerie e ricostruisce con paziente speranza". Lo ha detto Papa Francesco nella messa a Carpi a cinque anni dal terremoto che ha colpito l'Emilia. Giunto a Mirandola, Bergoglio ha detto agli abitanti: "Voi siete un esempio di coraggio per l'umanità". Il Pontefice ha poi abbracciato un gruppo di familiari di alcune delle 28 vittime del sisma.

L'omelia a Carpi - "Le letture di oggi ci parlano del Dio della vita, che vince la morte - ha detto ancora nella concelebrazione eucaristica in piazza Martiri -. Pasqua, al sepolcro dell'amico Lazzaro. Lì tutto sembra finito: la tomba è chiusa da una grande pietra; intorno, solo pianto e desolazione". Francesco dice che quello di Gesù è un invito a non farsi "imprigionare dal pessimismo", dalle "macerie della vita". Arrivando in Duomo, il papa aveva salutato tutti i vescovi della Regione presenti, soffermandosi a parlare con il cardinale Caffarra, Arcivescovo Emerito di Bologna, e poi fatto un omaggio floreale alla Statua della Madonna all'interno del Duomo.

Francesco racconta "il dramma della perdita" "Anche Gesù - ha detto ancora - è scosso dal mistero drammatico della perdita di una persona cara: 'Si commosse profondamente' e fu 'molto turbato'. Poi 'scoppiò in pianto' e si recò al sepolcro, dice il Vangelo, 'ancora una volta commosso profondamente'. È questo il cuore di Dio: lontano dal male ma vicino a chi soffre; non fa scomparire il male magicamente, ma con-patisce la sofferenza, la fa propria e la trasforma abitandola".

"Recuperare i centri storici, luoghi di memoria" - Anche a Mirandola, dove si è recato dopo la visita a Carpi, Bergoglio ha parlato di ricostruzione con le popolazioni colpite dal terremoto del 2012. "Molto è stato fatto nell'opera di ricostruzione ma è quanto mai importante un deciso impegno per recuperare anche i centri storici: essi sono i luoghi della memoria e sono spazi indispensabili della vita sociale ed ecclesiale. Sono certo che non mancherà la buona volontà per assicurare la rapida realizzazione dei lavori".

"Siete un esempio di coraggio" - "Vi ringrazio per l'esempio che avete dato a tutta l'umanità, l'esempio di coraggio, di andare avanti, di dignità", ha proseguito il Pontefice. Dando poi la sua benedizione, ha aggiunto: "E per favore, vi chiedo di pregare per me". Le sue parole sono state salutate da migliaia di fedeli con un applauso scrosciante.

"E la risurrezione" "Notiamo però - ha ripreso il Papa - che, in mezzo alla desolazione generale per la morte di Lazzaro, Gesù non si lascia trasportare dallo sconforto. Pur soffrendo Egli stesso, chiede che si creda fermamente; non si rinchiude nel pianto, ma, commosso, si mette in cammino verso il sepolcro. Non si fa catturare dall'ambiente emotivo rassegnato che lo circonda, ma prega con fiducia e dice: 'Padre, ti rendo grazie'. Così, nel mistero della sofferenza, di fronte al quale il pensiero e il progresso si infrangono come mosche sul vetro, Gesù ci offre l'esempio di come comportarci: non fugge la sofferenza, che appartiene a questa vita, ma non si fa imprigionare dal pessimismo. Attorno a quel sepolcro, avviene così un grande incontro-scontro. Da una parte c'è la grande delusione, la precarietà della nostra vita mortale che, attraversata dall'angoscia per la morte, sperimenta spesso la disfatta, un'oscurità interiore che pare insormontabile".

"La nostra anima, creata per la vita, soffre sentendo che la sua sete di eterno bene è oppressa da un male antico e oscuro. Da una parte c'è questa disfatta del sepolcro. Ma dall'altra parte c'è la speranza che vince la morte e il male e che ha un nome: Gesù. Egli non porta un po' di benessere o qualche rimedio per allungare la vita, ma proclama: 'Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà. Per questo dice: 'Togliete la pietra!' e a Lazzaro grida a gran voce: 'Vieni fuori!'. Cari fratelli e sorelle, anche noi siamo invitati a decidere da che parte stare. Si può stare dalla parte del sepolcro oppure dalla parte di Gesù. C'è chi si lascia chiudere nella tristezza e chi si apre alla speranza".

"Risorgere dalle macerie" - "C'è chi resta intrappolato nelle macerie della vita e chi, come voi, con l'aiuto di Dio solleva le macerie e ricostruisce con paziente speranza. Di fronte ai grandi 'perché' della vita abbiamo due vie: stare a guardare malinconicamente i sepolcri di ieri e di oggi, o far avvicinare Gesù ai nostri sepolcri. Sì, perché ciascuno di noi ha già un piccolo sepolcro, qualche zona un po' morta dentro il cuore: una ferita, un torto subito o fatto, un rancore che non dà tregua, un rimorso che ritorna, un peccato che non si riesce a superare. Individuiamo oggi questi nostri sepolcri e lì invitiamo Gesù".

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