Non cambia la natura né il nome, ma cambia la composizione dei partecipanti all'assise
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Papa Francesco rivoluziona il Sinodo dei Vescovi in vista dell'assemblea generale di ottobre sulla Chiesa sinodale disponendo il diritto di voto anche per le donne, oltre che per i laici. Non cambia la natura né il nome, ma cambia la composizione dei partecipanti all'assise, alla quale prenderanno parte anche membri "non vescovi", quindi laici nominati direttamente dal Papa, il 50% dei quali "si chiede" che siano donne. Tutti avranno diritto di voto, raggiungendo un numero di membri votanti pari a circa 370 su oltre 400 partecipanti complessivi.
Le nuove disposizioni, comunicate mercoledì con una lettera ai responsabili delle Assemblee continentali, non abrogano la vigente costituzione apostolica Episcopalis Communio del 2018 che già prevedeva la presenza di "non vescovi". Con le novità odierne - motivate nel quadro del processo sinodale che Bergoglio ha voluto "dal basso" - si precisa il numero: 70 tra sacerdoti, consacrati, diaconi, laici, provenienti dalle Chiese locali e in rappresentanza del Popolo di Dio. Non ci saranno più quindi gli "uditori".
"Un importante cambiamento", puntualizzano i cardinali Mario Grech e Jean-Claude Hollerich, segretario generale e relatore generale del Sinodo, incontrando i giornalisti. "Si parla del 21% dell'Assemblea che rimane plenariamente un'Assemblea dei vescovi, con una certa partecipazione di non vescovi", ribadisce Hollerich. "La loro presenza assicura il dialogo tra la profezia del popolo di Dio e il discernimento dei pastori".
I membri "non vescovi" vengono nominati dal Papa da un elenco di 140 persone individuate dalle Conferenze episcopali e dall'Assemblea dei Patriarchi delle Chiese Orientali cattoliche (20 per ognuno). Si chiede che la metà siano donne e si valorizzino i giovani. Nella scelta si tiene conto di cultura generale, "prudenza", ma anche conoscenza e partecipazione nel processo sinodale. In quanto membri hanno diritto di voto. Ad avere diritto di voto saranno anche le cinque religiose e i cinque religiosi eletti dalle rispettive organizzazioni di Superiore Generali e Superiori Generali. Essi - e questa è l'altra novità - prendono il posto dei dieci chierici degli Istituti di vita consacrata previsti in passato.
Tutte le elezioni - svolte in plenaria e a scrutinio segreto dai rispettivi Sinodi, Consigli e Conferenze episcopali - devono essere ratificate dal Papa. E finché il Papa non conferma l'elezione, i nomi degli eletti non sono noti al pubblico. Parlando di "una mossa storica", la Women's Ordination Conference "celebra questo sviluppo nella storia della Chiesa verso una maggiore corresponsabilità ed equità tra donne e uomini al Sinodo". "Una crepa significativa nel soffitto di cristallo", la definisce, e "il risultato di una sostenuta difesa, attivismo e testimonianza della campagna collaborativa 'Voti per le donne cattoliche', di cui la Conferenza per l'ordinazione delle donne ha svolto un ruolo fondante".
La Woc ricorda che nel 2018 "ha guidato la richiesta del diritto di voto per le donne ai Sinodi manifestando pacificamente fuori da Piazza San Pietro solo per essere malmenata e molestata dalla polizia vaticana. Per anni rappresentanti e vescovi vaticani hanno resistito, spostando la porta a ogni Sinodo sul motivo per cui le donne non potevano votare. La ragione non detta era sempre il sessismo". Ma ora, aggiunge, "indietro non si torna".