Il figlio di Simona Ventura e Stefano Bettarini racconta la sua versione dell'aggressione subita fuori da una nota discoteca milanese. I quattro fermati accusati di tentato omicidio non hanno risposto al gip
"Mi ha dato alcuni buffetti sulla faccia cercando di provocarmi, io ho provato a respingerlo, ma mi sono trovato in mezzo a più di dieci persone e non ho capito più nulla". Questa volta a parlare è direttamente Niccolò Bettarini, il figlio di Simona Ventura e Stefano Bettarini, aggredito all'aba di domenica all'esterno dell'Old Fashion, noto locale di Milano. Il 19enne, che lunedì ha subito un'operazione alla mano, è stato dimesso dall'ospedale Niguarda.
I 4 fermati non hanno risposto al gip - Quei buffetti, così li definisce, arrivati, secondo la versione del giovane, da Albano Jakej, 23enne di origine albanese. Uno dei 4 fermati per il pestaggio, insieme con Davide Caddeo, Alessandro Ferzoco e Andi Arapi. Per loro l'accusa è di tentato omicidio. I quattro hanno deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere dinanzi alle domande del gip Stefania Pepe. Secondo i verbali, avrebbero agito insieme "con almeno altre sei persone", in corso di identificazione.
Il raccondo di Bettarini Jr. -"Sono caduto a terra e quando Zoe è venuta a soccorrermi le è arrivato un calcio in faccia. Subito dopo sono scappati tutti". Questo il racconto del 19enne, colpito 11 volte con un arma da taglio. Zoe, l'amica che era con lui quella sera, ha cercato di difenderlo. E anche lei ha sentito quelle parole: "Sei il figlio di Bettarini, ora ti ammazziamo".
Forse è questo il motivo dell'aggressione, oltre, sembra, a un conto lasciato in sospeso da un'altra serata in discoteca. E' la giovane a testimoniare che Niccolò è stato prima preso a calci e pugni. Poi, una volta a terra, ferito con un'arma da taglio, non ancora ritrovata. La stessa che uno degli aggressori era riuscito a introdurre nel locale. Uno dei motivi per i quali, adesso, i sigilli della questura lo tengono chiuso.
Uno dei quattro fermati: dispiaciuto ma non c'entro - "Sono dispiaciuto per lui, ho saputo solo in carcere che è il figlio di Bettarini, non sono io l'autore di quel gesto e non ho visto chi è stato". Così Alessandro Ferzoco, il 24enne fermato assieme ad altri tre, con il suo difensore, l'avvocato Mirko Perlini, che è andato a trovarlo in carcere. Ferzoco, difeso dal legale Mirko Perlino, sarà interrogato mercoledì dal gip Stefania Pepe, così come gli altri tre fermati, tra cui l'altro italiano Davide Caddeo, il quale, secondo l'accusa, avrebbe accoltellato Niccolò Bettarini.
La ricostruzione della serata - Stando a quanto ricostruito finora, Ferzoco e un amico di Bettarini avevano litigato circa 4 mesi prima in un'altra discoteca di Milano chiamata 'Gate' per una banale questione di tavoli nel privé, ma poi tutto era finito lì, i due si erano chiariti e quando si sono poi rivisti all'Old Fashion sabato notte si sono salutati e l'amico di Bettarini ha anche offerto da bere. A quel punto, però, sarebbero arrivate altre persone che hanno colpito con uno schiaffo il giovane, è intervenuto un buttafuori del locale e la vicenda comunque sembrava risolta. Il gruppo di giovani, tuttavia, ha incontrato di nuovo l'amico di Bettarini assieme ad altri all'esterno del locale, quando è finita la serata, e gli animi si sono accesi nuovamente e Niccolò Bettarini è intervenuto a difesa dell'amico. E' stato poi aggredito, è caduto a terra e alcuni si sono accaniti su di lui. Inquirenti e investigatori stanno ancora ricostruendo le responsabilità anche di altre persone nell'aggressione. Ferzoco ha riferito al suo legale Perlino di non aver colpito con l'arma bianca il ragazzo e di non avere visto chi lo abbia fatto.