A ‘W l’Italia’ le parole di Francesco Zecchini, che racconta le difficoltà di intraprendere la carriera da professionista essendo gay
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Un ragazzo che gioca a calcio, come tanti italiani. Le giovanili in un club importante come la Sampdoria e poi una carriera tra Serie D e Serie C, levandosi anche delle belle soddisfazioni. La storia di Francesco Zecchini, ex portiere e figlio d’arte, sembra una delle tante. Invece poco dopo ha lasciato il mondo del pallone. La motivazione? La sua omosessualità, un tabù che nel mondo del calcio pare non essere ancora sfatato: “Sapevo che la mia vita privata e il lavoro del calciatore non potevano essere compatibili”.
Secondo Zecchini, ospite a ‘W l’Italia’, essere gay nel pallone è molto complicato: “Ogni volta a fine anno dovevo ridiscutere il contratto, e i direttori sportivi se avessero saputo della mia omosessualità avrebbero scelto sicuramente qualcun altro. Comunque andare in alcuni stadi con quasi 10mila persone non sarebbe stato facile. Non ho mai pensato di fare coming out”.