Il Papa alla benedizione "Urbi et Orbi"
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Il Pontefice a sorpresa si è affacciato dalla Loggia delle Benedizioni. In precedenza il breve incontro con il vicepresidente americano Vance
Papa Francesco si è affacciato dalla Loggia delle Benedizioni per il tradizionale Urbi et Orbi, la benedizione alla città e al mondo, nel giorno di Pasqua. È stato salutato con ovazioni da parte dei numerosissimi fedeli presenti (quasi 35mila) a piazza San Pietro. "Cari fratelli e sorelle buona Pasqua", ha detto il Pontefice invitando "il maestro delle cerimonie" a leggere il messaggio pasquale.
Papa Francesco è tornato a puntare i fari sulla violenza contro le donne, come aveva già fatto ieri nell'omelia della Veglia di Pasqua. Nel testo dell'Urbi et Orbi, letto da monsignor Diego Ravelli, Francesco ha sottolineato che agli occhi di Dio "ogni vita è preziosa! Quella del bambino nel grembo di sua madre, come quella dell'anziano o del malato, considerati in un numero crescente di Paesi come persone da scartare".
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"Quanta volontà di morte vediamo ogni giorno nei tanti conflitti che interessano diverse parti del mondo! Quanta violenza vediamo spesso anche nelle famiglie, nei confronti delle donne o dei bambini! Quanto disprezzo si nutre a volte verso i più deboli, gli emarginati, i migranti! In questo giorno, vorrei che tornassimo a sperare e ad avere fiducia negli altri, anche in chi non ci è vicino o proviene da terre lontane con usi, modi di vivere, idee, costumi diversi da quelli a noi più familiari, poiché siamo tutti figli di Dio!".
Il Papa ha poi chiesto pace in Terra Santa. "Preoccupa il crescente clima di antisemitismo che si va diffondendo in tutto il mondo. In pari tempo, il mio pensiero va alla popolazione e in modo particolare alla comunità cristiana di Gaza, dove il terribile conflitto continua a generare morte e distruzione e a provocare una drammatica e ignobile situazione umanitaria. Faccio appello alle parti belligeranti: cessate il fuoco, si liberino gli ostaggi e si presti aiuto alla gente, che ha fame e che aspira ad un futuro di pace!", ha scritto il Pontefice nell'Urbi et Orbi.
"Cristo risorto effonda il dono pasquale della pace sulla martoriata Ucraina e incoraggi tutti gli attori coinvolti a proseguire gli sforzi volti a raggiungere una pace giusta e duratura". Così Papa Francesco nel messaggio pasquale letto dal "maestro delle cerimonie". "In questo giorno di festa pensiamo al Caucaso meridionale e preghiamo affinché si giunga presto alla firma e all'attuazione di un definitivo accordo di pace tra l'Armenia e l'Azerbaigian, che conduca alla tanto desiderata riconciliazione nella Regione. La luce della Pasqua ispiri propositi di concordia nei Balcani occidentali e sostenga gli attori politici nell'adoperarsi per evitare l'acuirsi di tensioni e crisi, come pure i partner della regione nel respingere comportamenti pericolosi e destabilizzanti".
"Nessuna pace è possibile senza un vero disarmo! L'esigenza che ogni popolo ha di provvedere alla propria difesa non può trasformarsi in una corsa generale al riarmo", ha ricordato il Papa.
"Quanto disprezzo si nutre a volte verso i più deboli, gli emarginati, i migranti. In questo giorno, vorrei che tornassimo a sperare e ad avere fiducia negli altri, anche in chi non ci è vicino o proviene da terre lontane con usi, modi di vivere, idee, costumi diversi da quelli a noi più familiari, poiché siamo tutti figli di Dio".
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Papa Francesco, alla fine dell'Urbi et Orbi, ha fatto un giro in papamobile per salutare i fedeli presenti in piazza San Pietro. Non accadeva da tempo. Bergoglio, dopo aver fatto il giro della piazza, è arrivato su via della Conciliazione. Poi il rientro in Vaticano. Durante il percorso più volte il Pontefice si è fermato per salutare i bambini presenti. Il giro in papamobile è durato una quindicina di minuti.
In precedenza c'era stato l'incontro tra il vicepresidente americano J.D. Vance e il Pontefice. Vance è arrivato a Casa Santa Marta, da solo senza famiglia. "L'incontro, durato alcuni minuti, ha dato modo di scambiarsi gli auguri nel giorno di Pasqua", ha reso noto la Santa Sede. Sabato Vance ha visto il segretario di Stato Pietro Parolin. I due hanno parlato di migranti e di guerre.