Fotogallery - Papa Francesco, messaggio Urbi et Orbi contro le guerre
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Nel suo messaggio pasquale, il Pontefice auspica la fine delle ostilità per i due conflitti in corso. Senza dimenticare Africa, Balcani e Siria e tutte le vittime civili innocenti
"Mentre invito al rispetto dei principi del diritto internazionale, auspico uno scambio generale di tutti i prigionieri tra Russia e Ucraina: tutti per tutti! Inoltre, faccio nuovamente appello a che sia garantita la possibilità di accesso agli aiuti umanitari a Gaza, esortando nuovamente a un pronto rilascio degli ostaggi rapiti il 7 ottobre scorso e a un immediato cessate il fuoco nella Striscia". Lo ha detto Papa Francesco nel messaggio pasquale "Urbi et Orbi", salutato da un forte applauso dei presenti in Piazza San Pietro. Erano 60mila i fedeli presenti in Piazza San Pietro, fa sapere la Sala stampa della Santa Sede.
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"Non permettiamo che le ostilità in atto continuino ad avere gravi ripercussioni sulla popolazione civile, ormai stremata, e soprattutto sui bambini. Quanta sofferenza vediamo negli occhi dei bambini. Hanno dimenticato di sorridere i bambini in quelle terre di guerra. Con il loro sguardo ci chiedono: perché? Perché tanta morte? Perché tanta distruzione? La guerra è sempre un'assurdità e una sconfitta! Non lasciamo che venti di guerra sempre più forti spirino sull'Europa e sul Mediterraneo. Non si ceda alla logica delle armi e del riarmo. La pace non si costruisce mai con le armi, ma tendendo le mani e aprendo i cuori", ha aggiunto il Santo Padre.
"Non dimentichiamoci della Siria, che da quattordici anni patisce le conseguenze di una guerra lunga e devastante. Tantissimi morti, persone scomparse, tanta povertà e distruzione aspettano risposte da parte di tutti, anche dalla Comunità internazionale", ha proseguito Papa Francesco nel Messaggio pasquale Urbi et Orbi. "Il mio sguardo va oggi in modo speciale al Libano, da tempo interessato da un blocco istituzionale e da una profonda crisi economica e
sociale, aggravate ora dalle ostilità alla frontiera con Israele".
"Il Risorto conforti l'amato popolo libanese e sostenga tutto il Paese nella sua vocazione ad essere una terra di incontro, convivenza e pluralismo". Francesco ha rivolto "un pensiero particolare" alla "Regione dei Balcani Occidentali, dove si stanno compiendo passi significativi verso l'integrazione nel progetto europeo: le differenze etniche, culturali e confessionali non siano causa di divisione, ma diventino fonte di ricchezza per tutta l'Europa e per il mondo intero". Parimenti ha incoraggiato "i colloqui tra l'Armenia e l'Azerbaigian, perché, con il sostegno della Comunità internazionale, possano proseguire il dialogo, soccorrere gli sfollati, rispettare i luoghi di culto delle diverse confessioni religiose e arrivare al più presto a un accordo di pace che sia definitivo".
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"Il Risorto assista il popolo haitiano - ha detto ancora il Pontefice - affinché cessino quanto prima le violenze che lacerano e insanguinano il Paese ed esso possa progredire nel cammino della democrazia e della fraternità". "Dia conforto ai Rohingya - ha continuato -, afflitti da una grave crisi umanitaria, e apra la strada della riconciliazione in Myanmar lacerato da anni di conflitti interni, affinché si abbandoni definitivamente ogni logica di violenza".
"Apra vie di pace nel continente africano - ha aggiunto il Papa -, specialmente per le popolazioni provate in Sudan e nell'intera regione del Sahel, nel Corno d'Africa, nella Regione del Kivu nella Repubblica Democratica del Congo e nella Provincia di Capo Delgado in Mozambico, e faccia cessare la prolungata situazione di siccità che interessa vaste aree e
provoca carestia e fame".
"Cristo risorto apra una via di speranza alle persone che in altre parti del mondo patiscono violenze, conflitti, insicurezza alimentare, come pure gli effetti dei cambiamenti climatici. Doni conforto alle vittime di ogni forma di terrorismo. Preghiamo per quanti hanno perso la vita e imploriamo il pentimento e la conversione degli autori di tali crimini", prosegue il Pontefice.
"In questo giorno in cui celebriamo la vita che ci è donata nella risurrezione del Figlio, ricordiamoci dell'amore infinito di Dio per ciascuno di noi: un amore che supera ogni limite e ogni debolezza. Eppure come è tanto spesso disprezzato il prezioso dono della vita. Quanti bambini non possono nemmeno vedere la luce? Quanti muoiono di fame o sono privi di cure essenziali o sono vittime di abusi e violenze? Quante vite sono fatte oggetto di mercimonio per il crescente commercio di essere umani?", ha concluso il Papa nel Messaggio pasquale. "Possa la luce della risurrezione illuminare le nostre menti e convertire i nostri cuori, rendendoci consapevoli del valore di ogni vita umana, che deve essere accolta, protetta e amata".