L'inchiesta di Altroconsumo in 13 città italiane: "Fino a sei mesi per ottenere un appuntamento in questura in alcune città, a Genova e Padova risulta impossibile prenotare"
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Da settimane in Italia c'è un problema passaporti. In tutte le città si rilevano attese infinite e lunghe code fuori dagli uffici delle questure. Secondo l'indagine dell'associazione di consumatori Altroconsumo, in 13 città italiane, i tempi di attesa arrivano fino a sei mesi solo per avere l'appuntamento in questura, ma ci sono città in cui non si riesce neanche a prenotare, come Genova e Padova. Un ingorgo che non solo causa disagi ai cittadini ma è anche un danno per le imprese del turismo. Sul tema sono intervenuti il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi e quello del Turismo Daniela Santanchè, ma ancora non si è trovata una soluzione.
L'indagine di Altroconsumo - L'indagine è stata svolta provando a prenotare un appuntamento per il rilascio del passaporto sulla piattaforma ministeriale (https://www.passaportonline.poliziadistato.it/) che fornisce le disponibilità presso i commissariati presenti all'interno della provincia. Per padovani e genovesi il risultato è "non disponibile" per tutte le date possibili in quel momento sulla piattaforma.
A Bolzano e a Torino, invece, bisogna aspettare fino ad aprile e a maggio per avere una disponibilità. Tra le città più lente anche Cagliari, Ancona (tre mesi) e Reggio Calabria (due mesi e mezzo). Interessante notare come nel capoluogo calabrese la piattaforma abbia dato come prima disponibilità il 18 novembre, solo tre giorni dopo, ma a Bovalino, cittadina distante 85 km. Lo stesso è accaduto a Bari, dove si poteva andare il giorno dopo, ma in un commissariato di Monopoli, ben 86 km andata e ritorno. Altrimenti, la prima disponibilità nel capoluogo pugliese era dopo quasi due mesi. La macchina burocratica non funziona meglio a Milano, dove ci vuole circa un mese per varcare la soglia della questura. Tempi più ragionevoli, invece, a Roma (10 giorni), Napoli e Palermo (15 giorni). Imbattibile Bologna dove il primo appuntamento disponibile era per il giorno dopo.
Per le proteste dei cittadini e per i tentativi di tamponare l'emergenza, il Viminale ha istituito degli open day, cioè giornate in cui chiunque può presentarsi in questura senza appuntamento per chiedere il passaporto, ai quali però partecipano migliaia di persone, che si mettono in fila dall'alba per cercare di ottenere il documento.
Di questa situazione ne risente anche il turismo visto che, senza certezze su quando si potrà avere in mano il passaporto, è difficile programmare in tempi relativamente brevi viaggi fuori dall'Unione europea dove, invece, basta la carta di identità per varcare le frontiere.
Saltati 80mila viaggi - Secondo Assoviaggi, l'associazione del turismo organizzato Confesercenti, il caos passaporti ha fatto saltare fino a 80mila viaggi organizzati, con circa 150 milioni di mancate vendite per il sistema delle agenzie di viaggio. Quasi nessuna delle agenzie si è salvata: il 96,5% segnala problemi e ha visto lievitare il tempo necessario per riuscire a fissare un appuntamento al fine del rilascio nella propria provincia.
Un ingorgo che ha portato a disdette e mancate prenotazioni o rinvii a data da destinarsi da parte dei viaggiatori: il 39,7% delle imprese riporta di aver visto sfumare fino a 10 viaggi individuali o di gruppo, il 46,1% tra 10 e 30; ma c'è anche un 10,6%, che segnala di averne persi oltre 30. Complessivamente, ne sono saltati in media 7 per agenzia, per circa 13mila euro di vendite non effettuate.
"Si tratta, in primo luogo, di un disservizio per la cittadinanza: il passaporto non serve solo per andare in vacanza, ma anche per ricongiungimenti familiari, lavoro, per i figli che non lo possiedono. Insomma, non è solo una questione di business, ma anche di diritto alla libertà di movimento fuori dai confini europei. È però innegabile che il problema abbia un grave riflesso anche sul mondo del turismo organizzato, proprio nell'anno della ripartenza dopo il lungo stop imposto dalla pandemia dove l'Italia è stato l'ultimo paese d'Europa a eliminare le restrizioni ai viaggi", ha commentato il presidente di Assoviaggi Gianni Rebecchi.
Le motivazioni - "Le ragioni del caos attuale - ha spiegato Rebecchi - sono la somma di nuove richieste e di quelle 'arretrate' a causa del Covid. Adesso però occorre trovare una soluzione che non può essere quella degli open day, che inevitabilmente si trasformano in nuovi ingorghi. Occorre accelerare sugli investimenti tecnologici della P.A.: serve maggiore efficienza informatica che nel caso di documenti personali deve seguire l'esempio dell'anagrafe nazionale digitale, via maestra del miglioramento dei servizi ai cittadini in un Paese europeo". Anche la Brexit - che ha imposto a chi si reca nel Regno Unito di munirsi di passaporto - e la mancanza di personale hanno alimentato il caos.
Alla ricerca di una soluzione - Sul problema del rilascio di passaporti a rilento "stiamo lavorando. Dopo il Covid c'è stata un'esplosione di richieste con la ripresa dei viaggi: nel 2022 ne sono stati rilasciati 1,8 milioni. Puntiamo su aperture straordinarie, intensificazione degli appuntamenti e postazioni più performanti. Confido che già dalle prossime settimane avremo un alleggerimento del carico", aveva detto Piantedosi a fine gennaio al programma Tg4 "Diario del giorno" su Rete 4. Nei giorni scorsi, il ministro ha risposto a due interrogazioni sul tema.
"Stiamo facendo una cosa molto importante che sarà definitivamente risolutiva - ha detto invece Santanchè nei giorni scorsi -. Nei prossimi dieci giorni vi daremo la soluzione strutturale". "Ci stiamo muovendo. Ho parlato con il ministro degli Interni, questo è un problema, ci ha fatto perdere 150 milioni di fatturato, 80mila viaggi e oltretutto è un problema per le agenzie di viaggio che già sono in grande difficoltà. Ci dobbiamo assolutamente muovere perché, come dice la legge, il passaporto deve essere rilasciato in 15 giorni. Il ministro mi ha già garantito che stanno aumentando i turni delle persone, ma questo non basta".