"Ci occuperemo noi della sua convalescenza che comunque dovrà durare ancora diversi giorni. Da questa malattia si può guarire, così come ha fatto mia nonna possono farlo molti altri", ha detto il nipote
E' riuscita a battere il coronavirus in una settimana la quasi 82enne Armanda Bottini Campolunghi. I medici dell’ospedale San Matteo di Pavia, dove la donna era ricoverata, l’hanno definita "nonna di ferro". I familiari di Armanda, affetta da diabete di tipo 2 e reduce da una lunga riabilitazione dopo la frattura del femore, si erano allarmati dopo che, il 26 febbraio, la nonnina aveva iniziato ad avere i primi sintomi: vomiti e leggera febbre. "Ci occuperemo noi della sua convalescenza che comunque dovrà durare ancora diversi giorni. Da questa malattia si può guarire, così come ha fatto mia nonna possono farlo molti altri", ha detto al Giorno il nipote Mattia Cagnazzi.
Vedova da qualche anno, Armanda da dicembre abita a Borghetto Lodigiano dopo aver vissuto per tutta la vita a Chignolo Po, paese in provincia di Pavia. Quando si è sentita male era con i familiari, che, preoccupati, hanno chiamato immediatamente il personale medico. La nonnina è stata così portata all’ospedale San Matteo di Pavia. Non è stato infatti possibile ricoverarla al vicino Maggiore di Lodi perché in quel momento non c'erano posti a sufficienza.
"Io e miei genitori ci siamo subito allarmati e preoccupati per le condizioni di mia nonna - racconta ancora Mattia, 23 anni, al Giorno -. È una donna anziana reduce da una lunga riabilitazione dopo un’operazione al femore e con una malattia cronica sulle spalle. Quando i medici ci hanno detto che il tampone era positivo al coronavirus abbiamo iniziato a prepararci al peggio. Sentendo tutto quello che si dice su questo virus e leggendo i giornali eravamo molto preoccupati tanto da pensare che per lei sarebbe stato impossibile farcela".
La nonnina invece ce l'ha fatta: "Per certi aspetti è stata una sorpresa anche per i medici che ogni giorno ci hanno informato al telefono della sua situazione clinica. Mia nonna ha reagito alle cure, composte in gran parte di antivirali, nel migliore dei modi e con forza, una determinazione riconosciuta anche dai medici. Già domenica ci hanno detto che le sue condizioni erano abbastanza buone e che il tampone era diventato negativo. Dal coronavirus, quindi, e mia nonna lo dimostra, si può guarire. Non vediamo l’ora di abbracciarla", conclude il nipote.