Sugli abusi si sono attivate 160 diocesi su 206. È di 43 anni la media dei presunti abusatori, tra di loro anche laici e due persone sposate
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Le vittime di casi di pedofilia nella Chiesa segnalati in Italia nel 2022 (ma che possono risalire anche ad anni precedenti) sono 54. Il dato emerge dal secondo rapporto della Cei sul tema. I presunti abusatori sono 32: la maggior parte delle segnalazioni fa riferimento a casi reali (29), meno ad episodi via web (3). La maggior parte dei casi di abuso si è verificata in parrocchia (17 su 29) e l'età delle presunte vittime all'epoca dei fatti si concentra nella fascia 15-18 anni (25 su 54), in prevalenza ragazze (44).
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I dati sono stati presentati ad Assisi, al termine dell'assemblea generale straordinaria della Conferenza Episcopale Italiana.
Ci sono sia sacerdoti che laici tra i presunti abusatori. L'analisi del profilo dei presunti autori di reato porta a soggetti di età compresa tra i 40 e i 60 anni, in oltre la metà dei casi, con una media di 43 anni. Si tratta per la quasi totalità di maschi (31 su 32), chierici per un terzo, religiosi per un terzo e laici (37%). Con riferimento ai laici, il dettaglio relativo al servizio pastorale svolto indica che i presunti autori di reato, al momento della segnalazione, svolgevano i seguenti ruoli: educatore (5 casi), catechista (1 caso), fondatore di associazione ecclesiale, insegnante di religione, seminarista. Si tratta di persone per lo più celibi ma ci sono anche 2 persone sposate.
Non tutte le diocesi italiane si sono attivate con centri di ascolto per combattere la pedofilia e i casi di abuso da parte di persone della Chiesa. I centri di ascolto realizzati sono 108 per 160 diocesi (in alcuni casi il servizio interessa più territori). In tutto le diocesi sono invece 206: mancherebbero dunque all'appello alcune decine di enti che non si sono attivati.