un documento di 18 pagine

Pedofilia, Ratzinger: "Dalla rivoluzione sessuale del '68 la Chiesa ha avuto un collasso morale"

"In quegli anni ci fu un diffuso collasso delle vocazioni sacerdotali e un enorme numero di dimissioni dallo stato ecclesiastico"

11 Apr 2019 - 16:32
 © vatican-media

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Un'analisi impietosa su come la pedofilia e l'omosessualità si siano diffusi nel mondo ecclesiastico. Benedetto XVI, il Papa emerito, rompe il silenzio e lo fa con un clamoroso documento di 18 pagine sugli abusi nella chiesa pubblicato dal Corriere della Sera. Ratzinger propone tre punti di riflessione, dopo aver precisato di aver preso contatti con Papa Francesco. Quasi a sottolineare di aver avuto un via libera dal Pontefice regnante a discutere di un tema nell'agenda di governo papale.

Benedetto XVI fa un excursus storico partendo dal ‘68, anno in cui, afferma, “iniziò il collasso spirituale della teologia morale, con la pedofilia che diviene permessa e conveniente”. "Mi sono sempre chiesto", continua Ratzinger, "come in questa situazione i giovani potessero andare verso il sacerdozio e accettarlo con tutte le sue conseguenze. Il diffuso collasso delle vocazioni sacerdotali in quegli anni e l'enorme numero di dimissioni dallo stato ecclesiastico furono una conseguenza di tutti questi processi". Una processo che è proseguito anche negli anni '70 e '80, con la pedofilia che diventa una vera e propria “questione scottante”.

Benedetto analizza soprattutto la situazione in Germania, per poi passare anche agli Stati Uniti arrivando ad allargare lo sguardo all'intero Occidente. In quel periodo, spiega, si radicò l'idea che non esistesse più il bene, “ma solo ciò che sul momento e a seconda delle circostanze è relativamente meglio”. Era in atto una crisi dalle “forme drammatiche”. Poi aggiunge: “Nei seminari si formarono club omosessuali, i miei libri erano censurati e i giovani sorpresi a leggerli considerati non idonei al sacerdozio”. E continua: “La Santa Sede sapeva di questi problemi”.

Il Papa emerito elogia poi l’operato di Giovanni Paolo II che con fermezza teologica cercò di arginare quella deriva pericolosa. In un’enciclica del 1993 di Papa Wojtyla, spiega Ratzinger, veniva sottolineato che “ci sono azioni che non possono mai diventare buone. Ci sono beni che sono indisponibili. Ci sono valori che non è mai lecito sacrificare in nome di un valore ancora più alto e che stanno anche al di sopra della conservazione della vita fisica. Dio è di più anche della sopravvivenza fisica".

Per questo, dice Benedetto, “è importante e abbisogna di garanzia non solo il diritto dell'accusato. E' necessario proteggere anche la fede, che al pari è un bene importante protetto dalla legge”. La garanzia di cui parla il Papa emerito è “la protezione dell'accusato e la protezione giuridica del bene che è in gioco”. E aggiunge che al giorno d’oggi “ci si scontra con sordità e indifferenza. È una situazione preoccupante, sulla quale i pastori della Chiesa devono riflettere seriamente”.

In questo contesto, i valori non negoziabili sono venuti meno. “La società occidentale", denuncia Benedetto XVI, “è una società nella quale Dio nella sfera pubblica è assente e per la quale non ha più nulla da dire. In alcuni punti, allora, a volte diviene immediatamente percepibile che è divenuto addirittura ovvio quel che è male e distrugge l' uomo. È il caso della pedofilia”. Poi aggiunge che non molto tempo fa la pedofilia era “teorizzata come del tutto giusta” e si è diffusa in modo veloce.

“Ora, scossi e scandalizzati, riconosciamo che sui nostri bambini e giovani si commettono cose che rischiano di distruggerli. Che questo potesse diffondersi anche nella Chiesa”, sottolinea, “deve scuoterci e scandalizzarci in maniera particolare. Come ha potuto la pedofilia raggiungere una dimensione del genere? Il motivo sta nell'assenza di Dio”.

Benedetto XVI, per far capire bene di cosa sta parlando, racconta un fatto: “Una giovane ragazza che serviva all'altare come chierichetta mi ha raccontato che il vicario parrocchiale introduceva l' abuso sessuale su di lei con queste parole: "Questo è il mio corpo dato per te". È evidente che quella ragazza non può più ascoltare le parole della consacrazione senza provare terribilmente su di sé tutta la sofferenza dell' abuso subito”.

Infine, spiega che “la crisi causata da molti casi di abuso ad opera di sacerdoti spinge a considerare la Chiesa qualcosa di malriuscito che dobbiamo prendere per mano noi stessi”. Ma questa è illusione, una “proposta del diavolo”. Secondo Benedetto XVI “non esiste una Chiesa migliore creata da noi stessi”. Occorre ”contrapporre alle menzogne e alle mezze verità del diavolo tutta la verità: sì, il peccato e il male nella Chiesa ci sono, ma anche oggi c'è la Chiesa santa che è indistruttibile. La Chiesa di oggi è come non mai una chiesa di martiri”.

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