Le persone coinvolte sono di età ed estrazione diversa, dai giovani agli anziani, dai lavoratori autonomi ai laureati
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Un'imponente operazione della polizia contro lo sfruttamento sessuale dei minori online ha portato all'arresto di tredici persone e a 21 denunce. Le accuse nei confronti degli indagati sono di divulgazione, cessione e detenzione di materiale pedopornografico. In totale sono stati sequestrati più di 250mila file. Le persone coinvolte sono di età ed estrazione diversa, dai giovani agli anziani, dai lavoratori autonomi ai laureati.
L'inchiesta, durata un anno e mezzo, è stata condotta, sotto la direzione della Procura di Palermo, dal Compartimento di polizia postale e delle comunicazioni per la Sicilia occidentale con il coordinamento del Servizio centrale presso il Centro nazionale per il contrasto della pedopornografia online.
L'indagine è iniziata grazie al monitoraggio svolto da tutti i compartimenti italiani tanto sui canali di file sharing, quanto su piattaforme di chat e nel dark web, luoghi virtuali in cui gli investigatori si sono avvalsi di agenti infiltrati che sono riusciti a individuare le utenze attraverso le quali avvenivano le connessioni risalendo a persone residente in 13 diverse Regioni italiane.
I risultati del lavoro sotto copertura insieme alle indagini informatiche, i sopralluoghi, i pedinamenti hanno portato l'autorità giudiziaria a disporre perquisizioni in tutta Italia. Nelle abitazioni degli indagati sono stati sequestrati numerosissimi dispositivi informatici utilizzati anche per la conservazione dei file, spesso nascosti in contenitori come provette e confezioni per farmaci. A 13 persone è stata trovata una grande quantità di file pedopornografici: per loro è stato disposto l'arresto. Tra queste c'è anche un ufficiale della guardia di finanza cagliaritano di 46 anni, finito in manette a gennaio. Nei suoi computer custodiva migliaia di filmati e foto pedopornografici con adolescenti e bambini. Un archivio che avrebbe alimentato costantemente scambiando in rete il materiale con altre persone. Proprio i passaggi e le tracce informatiche nei suoi computer hanno permesso di individuare una parte degli indagati. Altri 21 sono stati denunciati.