Il 67enne Vito Cisternino è stato premiato per il suo "lavoro" dal sindaco della città. Le sue parole a Tgcom24
di Olga Bibus© ansa
Pota aiuole, ripara muretti, imbianca, taglia erbacce. Tutto su base volontaria e senza alcun compenso, per il bene della comunità. Vito Cisternino, 67enne di Brindisi, è stato premiato per il suo lavoro dal sindaco Riccardo Rossi. "Lo faccio volentieri, per amore della mia città", ha detto il pensionato-muratore a Tgcom24.
Rintracciare Vito non è stato semplice: non ha un cellulare e sul fisso è quasi irreperibile. "Non ha tempo, non sta mai in casa: è sempre in giro a fare lavoretti", dice Dario, un suo amico. "Qualche giorno fa l'ho visto mentre puliva le aiuole, oggi non so dove possa essere", aggiunge Gianluca, un suo concittadino. Infatti quando Vito risponde a telefono dice di essere appena tornato: "Stavo finendo di imbiancare il muro in un sottopassaggio, dovevo dare la seconda passata". Nemmeno il giorno in cui è stato premiato, Vito si è voluto fermare: è andato in Comune dal sindaco e poi è tornato a lavoro, doveva finire di tinteggiare una parete.
Vito se l'aspettava di essere ricevuto dal primo cittadino?
No, non me lo aspettavo per niente. Quando ho ricevuto l'invito non ci potevo credere. Il sindaco e gli assessori si sono congratulati con me per il mio lavoro. Hanno detto che sono un esempio per tutta la città.
In cosa consiste il suo "lavoro"?
Vado in giro per la città e intervengo dove c'è bisogno: cancello le scritte dai muri, tinteggio, riparo quello che c'è da riparare. Per esempio ora ho finito di tinteggiare il sottopassaggio, ma sto per uscire di nuovo: devo andare ad aiutare un mio amico a fare qualche ritocco e poi in serata vado in Chiesa a prendermi cura delle piante.
E fa tutto questo su base volontaria e senza alcun compenso?
Si, vivo della mia piccola pensione e intanto mi do da fare per il bene della mia città. Faccio quello che posso. Prima compravo il materiale con i miei soldi poi col tempo le persone si sono accorte del mio lavoro e ogni tanto mi lasciano un contributo: mi serve per comprare l'intonaco, la vernice ecc.
Cosa la spinge a dedicare le sue giornate a questa attività?
Lo faccio perché dipingere è sempre stata una mia passione, sia la pittura artistica che quella edile. Diciamo che metto le mie abilità a servizio della comunità. Per me è un gesto d'amore verso la mia città, quasi una vocazione: un dovere cristiano, un atto di carità. Vedo che Brindisi ha bisogno di me e cerco di aiutare visto che ho il tempo e i mezzi per farlo.
Come ha iniziato?
Ho cominciato piano piano circa un annetto fa, vedevo delle scritte e mi fermavo a cancellare. Poi una volta sono tornato a ritinteggiare e da lì non ho più smesso. Ormai è diventato un "lavoro" a tempo pieno: io e il mio secchio di vernice siamo diventati inseparabili.
Dopo che la notizia della premiazione è uscita su BrindisiReport, in molti hanno voluto riprendere la sua storia, cosa ne pensa di questa improvvisa "notorietà"?
Mi fa molto piacere. Non deve essere solo il male a fare chiasso perché anche il bene fa notizia. Spero di dare il buon esempio anche agli altri e che altri come me, in altre città d'Italia, facciano lo stesso. O almeno, come ha detto anche il sindaco, che la mia storia spinga le persone ad avere più rispetto per i beni comuni.