Speciale È morto Papa Francesco
Curiosità e tradizioni

Perché il Papa cambia nome e quali sono state le scelte più singolari

Da Pietro, che in realtà si chiamava Simone, fino a Bergoglio che divenne Francesco: perché il Pontefice non mantiene il nome di battesimo e come sceglie quello del suo pontificato 

di Giulia Bassi
22 Apr 2025 - 19:43
 © Ansa

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In origine fu Pietro. "Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa", disse Gesù, secondo il Vangelo di Matteo, a colui che divenne il primo Papa, che passò alla storia come Pietro ma che in realtà si chiamava Simone. Perché, dunque, i Pontefici, una volta eletti, cambiano il loro nome e non mantengono quello di battesimo? In base a quali criteri scelgono quello pontificale? E ancora: quali sono stati quelli più utilizzati nella storia?

Dopo la morte di Papa Francesco e l'attesa per il Conclave che eleggerà il suo successore, si è iniziato a pensare ai nomi dei cardinali "papabili" per il dopo Bergoglio. Prima di sapere chi porterà avanti l'eredita del Pontefice argentino, uno sguardo al passato e alla storia degli uomini che hanno rappresentato la Chiesa rimanda a una curiosità, tra le tante: per quale motivo cambiano nome?

Mercurio, un nome "inopportuno"

 Come detto, in origine fu Gesù a imporre il nome di Pietro, anche se questo avvenne prima dell'assunzione del pontificato. Per diversi secoli, però, i successori di San Pietro mantennero il loro nome. Fu Papa Giovanni II, nel 533, a decidere di cambiare nome, visto che in realtà si chiamava Mercurio, un nome che si riferiva a un dio pagano e che non venne ritenuto opportuno per un Pontefice. Secondo alcune fonti, in realtà, Mercurio era solo un soprannome mentre Giovanni il nome reale. 

Consuetudine fissa dal 983

 Di certo cambiò nome Ottaviano dei conti di Tuscolo, che nel 955 divenne Giovanni XII. La tradizione del cambio nome iniziò a consolidarsi nel 983 (Pietro Canepanova divenne papa Giovanni XIV): da lì in poi, infatti, la decisione di assumere uno specifico nome da Pontefice divenne consuetudine. 

Devozione e opportunità

 Sono diverse le motivazioni: la prima è quella secondo cui il cambio di nome indica e dimostra la devozione assoluta dell'eletto verso la Chiesa. Inoltre, una volta eletto Papa, è come se per quella persone iniziasse una nuova vita, come se lui stesso fosse divenuta un'altra persona. Quindi con un altro nome. Semplicemente poi in passato molti Papi ritenevano il loro nome di battesimo poco adatto a una carica così importante e solenne, soprattutto attorno all'anno Mille. Alcuni nomi potevano aveva origine germanica ed essere considerati troppo distanti dalla tradizione romana. 

La scelta del nuovo nome

 Una volta affermatasi la consuetudine di cambiare nome, in base a che cosa si sceglieva, e si sceglie tutt'ora, quello che viene considerato il nome pontificale (cioè, appunto, il nome che il papa neoeletto assume accettando l'elezione)? Anche in questo caso le risposte sono molteplici. Innanzitutto si tratta di una scelta del tutto personale. 

Giovanni XXIII, il nome del padre

 Nel 1958, ad esempio, Angelo Giuseppe Roncalli scelse il nome Giovanni XXIII per motivi sia affettivi sia religiosi: Giovanni, infatti, era il nome di suo padre e della chiesa dove era stato battezzato, ed era anche il nome di Giovanni Battista e dell'evangelista prediletto da Gesù Cristo. Curiosamente poi il nome Giovanni era stato accuratamente evitato per cinque secoli, visto che l'ultimo ad averlo usato era stato un antipapa, Baldassarre Gossa, eletto pontefice nel 1402, un periodo storico che vide contemporaneamente tre papi eletti a causa di contrasti politici e religiosi.

L'omaggio al predecessore

 La scelta può inoltre essere un omaggio al predecessore, un segnale di continuità: in questo caso si mantiene il nome cambiando solo il numero ordinale. L'ultimo caso è quello Giovanni Paolo II (Karol Wojtyla) che nel 1978 mantenne la continuità con Giovanni Paolo I (Papa Luciani), il quale a sua volta aveva assunto il nome dei sue due predecessori (Giovanni XXIII e Paolo VI).

Per lo stesso motivo la scelta può voler rappresentare anche una rottura col passato, può voler sottolineare un periodo di cambiamento o rinnovamento nella Chiesa.

La devozione a un santo

 Come chiarisce anche la scelta di Papa Francesco nel 2013, il nome può essere un omaggio a un santo, per devozione o vicinanza di spirito (nel caso di Bergoglio il riferimento è all'umiltà e alla dedizione ai poveri del Santo di Assisi). Pare che questa linea fosse inizialmente anche nella mente di Wojtyla, che pensò al Santo patrono della Polonia, il suo Paese, e cioè Stanislao (nome probabilmente accantonato in quanto estraneo alla tradizione cattolica). 

Alessandro Magno e Giulio Cesare

 Oltre che a un santo, il nome può anche essere riferito a un personaggio evangelico di riferimento, Ma non solo. Nel 1492 Rodrigo Borgia scelse di passare alla storia come Alessandro VI, in memoria di una figura storica da lui particolarmente apprezzata: Alessandro Magno. Nel 1503, invece, Giuliano della Rovere divenne Papa Giulio II per similitudine col suo nome ma anche in riferimento a Giulio Cesare. 

I nomi più utilizzati

 Il nome più utilizzato nella storia comunque è Giovanni, scelto 21 volte (i Papi che lo hanno scelto sono stati 21, la numerazione arriva a 23 perché Giovanni XVI era un antipapa e Giovanni XX non è mai esistito), poi Gregorio, 16, e Benedetto, 15 (Ratzinger fu Benedetto XVI perché Benedetto X è stato un antipapa). Poi c'è la curiosità del nome Pio: a sceglierlo sono stati solo 12 Pontefici ma è il nome rimasto in carica più a lungo, per 158 anni, vista, evidentemente, la lunga vita di chi lo ha portato. 

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