"Il sindaco se ne deve fare una ragione, giustizia è fatta", commenta il presidente dell'associazione gay e lesbiche Omphalos
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Il tribunale civile di Perugia ha disposto "l'immediata trascrizione" da parte del Comune del capoluogo umbro dell'atto di nascita del bambino nato in Spagna da due mamme, perugine, con la procreazione assistita. Il loro caso aveva attirato l'attenzione su di sé, quando l'anno scorso, le due mamme si videro negare la trascrizione dell’atto di nascita del bimbo in quanto bollato come “contrario all'ordine pubblico” dal Comune di Perugia. "Giustizia è fatta", commenta l'associazione di omosessuali Omphalos.
Dopo la nascita di Joan in Spagna con la procreazione assistita, le due mamme perugine, non si sarebbe mai aspettate di incontrare un tale rifiuto dalla propria città natale. Infatti, il Comune di Perugia aveva negato loro la trascrizione dell'atto di nascita con la "scusa" della normativa vigente che "non disciplinava" le trascrizioni riguardanti i figli di genitori dello stesso sesso.
Le due mamme, decidono così di chiedere l'aiuto al circolo Omphalos, l'organizzazione per gay e lesbiche con sede a Perugia, che le aiuta ad attirare l'attenzione della stampa, rendendo il loro caso mediatico. E' così che, dopo 12 mesi senza documenti, le due vincono la loro battaglia. "Eravamo fiduciosi sulla decisione della magistratura. Il sindaco Andrea Romizi aveva scelto di ignorare tutto questo e imbarcare il Comune di Perugia e la città in un'assurda crociata discriminatoria che non poteva che avere questo epilogo", ha commentato Stefano Bucaioni, il presidente di Omphalos.