Solo l'intervento delle forze dell'ordine ha consentito di riportare la calma nel reparto di Oncologia, per permettere il trasferimento della salma in obitorio
Mattinata di terrore all'Ospedale Santo Spirito di Pescara: in 40, tra uomini e donne, hanno fatto irruzione nel reparto di Oncologia, hanno invaso i corridoi gridando e insultando chiunque si trovassero davanti, trasformando le stanze in una sorta di campo di battaglia. Porte divelte, tavoli ribaltati, suppellettili gettate a terra. E minacce ai medici. Solo l'intervento delle forze dell'ordine ha consentito di riportare la calma ed ha permesso il trasferimento della salma in obitorio. Il caos si è scatenato quando 40 persone si sono presentate nella struttura appena appreso della morte di un loro parente, un sessantenne affetto da una grave patologia. A dare notizia è stato il quotidiano Il Messaggero.
Uomini e donne hanno invaso i corridoi del reparto di Oncologia dell'ospedale civile di Pescara, dopo essere riusciti a entrare con la forza: è subito intervenuta la guardia giurata in servizio che, valutata la situazione, ha chiamato il numero di emergenza. Nel nosocomio sono arrivate prima le pattuglie della squadra volante della questura quindi quelle dei carabinieri, che hanno cercato di riportare la calma; poi hanno scortato la salma fino all'obitorio.
"Condanno fermamente l'odioso atto di violenza perpetrato da un gruppo di circa quaranta persone a danno degli operatori sanitari, dei pazienti e del patrimonio del reparto di Oncologia dell'Ospedale di Pescara - ha dichiara il direttore generale della Asl di Pescara Vero Michitelli. - Un reparto come l'Oncologia, dove la fragilità e la speranza convivono, non avrebbe mai dovuto essere teatro di un'aggressione così vile e gratuita. I nostri operatori, medici, infermieri e operatori socio sanitari, si dedicano quotidianamente alla cura dei pazienti con la massima professionalità e umanità. Vedere il loro impegno e la loro dedizione così brutalmente disprezzati mi riempie di sdegno e indignazione".
In attesa di essere visitato al pronto soccorso dell'ospedale San Maurizio di Bolzano M. B., 37enne cittadino marocchino pluripregiudicato, prima si è buttato a terra fingendo un immediato peggioramento del suo stato di salute, per poi spostarsi in ginocchio per la sala d'attesa insultando gli infermieri urlando insulti e accusandoli di non essere capaci di svolgere il loro lavoro e di non volerlo aiutare. Uno degli infermieri di turno, nel tentativo di aiutare lo straniero ad alzarsi in piedi per poi rimetterlo sulla barella, è stato violentemente aggredito a spintoni.
A quel punto anche l'accompagnatore del paziente - E. B., 29enne cittadino marocchino con lo status di protezione internazionale e pluripregiudicato per rissa, ricettazione e spaccio di stupefacenti - ha iniziato a offendere e oltraggiare il personale sanitario, accusandolo di incapacità, razzismo e negligenza. Sono quindi intervenute due volanti della questura che, assieme ai colleghi del presidio ospedaliero, hanno calmato l'uomo, poi dimesso con una prognosi di 5 giorni per disturbi gastrici.
Sia il 37enne, che ha precedenti per maltrattamenti in famiglia, lesioni personali stradali e furto aggravato, che il 29enne, sono stati denunciati per oltraggio e resistenza ad incaricato di pubblico servizio. Il questore Paolo Sartori ha dato immediate disposizioni all'Ufficio immigrazione di segnalare l'accaduto alla Commissione territoriale per i rifugiati al fine di revocare a entrambi lo status di richiedente asilo e, di conseguenza, poter emettere nei loro confronti altrettanti decreti di espulsione dall'Italia.
Una dottoressa del Pronto Soccorso dell'Umberto I di Nocera (Salerno) è stata aggredita da una paziente nel pomeriggio del 13 settembre. Lo rende noto l'Azienda Sanitaria di Salerno in una nota in cui "stigmatizza il gravissimo episodio". Un'aggressione "dapprima verbale, trasformatasi in aggressione fisica ai danni della professionista medico dell'Asl". "La persona, insieme a una sua familiare, ha iniziato a inveire contro la dottoressa, dopo che questa - nel pieno delle sue funzioni - aveva assunto una decisione clinica e necessaria per chiarire gli aspetti clinici che avevano portato la familiare della donna al pronto soccorso. Immediatamente dopo, le due donne hanno aggredito fisicamente la dottoressa, sferrandole calci e pugni. Sul posto è accorsa immediatamente la Polizia, allertata dalla Direzione dell'Ospedale. Sono in corso le indagini e l'Azienda ha sporto denuncia contro l'episodio dai tratti sconcertanti. La professionista, da sempre riconosciuta per la sua disponibilità e per l'attenzione alle esigenze dei pazienti, è in stato di shock dovuto all'aggressione", ricostruisce l'Asl.
Anche nell'ospedale di Vibo, nei mesi scorsi, si sono verificati diversi casi di medici e infermieri aggrediti da pazienti o da loro familiari. Per tale motivo, il prefetto ha ritenuto di rafforzare la vigilanza, spostando alcune aliquote dell'esercito sul nosocomio. I militari continueranno quindi a svolgere i loro servizi di vigilanza su siti e obiettivi sensibili sempre in stretto coordinamento con i carabinieri e la polizia. La vigilanza al pronto soccorso dell'ospedale Jazzolino era stata rafforzata anche dall'Azienda sanitaria provinciale.