Nel 2023 sono 1.830 i militari indagati per altri reati: in aumento del 17% rispetto a ultimo quinquennio. De Paolis: "Serve prevenzione"
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Nelle caserme italiane "non c’è più traccia di 'nonnismo', di quei comportamenti vessatori e in alcuni casi anche violenti che vedevano spesso come vittime le reclute". È quanto si legge nella relazione del pg militare Marco De Paolis in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario. "Anche quest'anno non si segnalano dati significativi in alcuna delle Procure Militari. Questo fenomeno, assai diffuso negli anni Ottanta e Novanta nelle caserme italiane, ha cessato ormai di interessare le forze armate", aggiunge De Paolis.
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Anche quest'anno non si segnalano dati significativi in alcuna delle Procure Militari". Se gli episodi di violenza gratuita nelle caserme sembrano essere ormai un fenomeno del passato altre condotte illecite continuano ad avere numeri costanti. Inoltre un'attenzione speciale è data alle molestie sessuali "che spesso perdurano nel tempo ripetendosi più volte" e contro le quali "è necessario nn solo la sanzione ma anche la prevenzione".
Tra i reati più ricorrenti quelli della truffa militare e peculato militare. "Quanto alla prima fattispecie - ha aggiunto De Paolis -, le condotte di maggior frequenza o rilevanza riguardano la percezione di emolumenti per lavoro straordinario non prestato, dichiarazione di orari di servizio diversi da quelli effettivamente svolti e conseguente fraudolenta percezione dei relativi emolumenti". Per quanto riguarda il peculato gli episodi più numerosi (benché limitati) riguardano, anche quest'anno, quasi sempre l'uso dell'auto di servizio per ragioni estranee a esso o in casi non consentiti.
"Il numero di appartenenti alle Forze Armate iscritti nel registro delle notizie di reato è leggermente aumentato. Nel 2022 sono stati 1749 e nel 2023 si è passati a 1830 militari iscritti. Rispetto al quinquennio, tuttavia, si registra però un significativo aumento: dalle 1563 unità del 2018, alle 1830 nel 2023, con una percentuale in aumento pari al 17% rispetto, appunto al 2018". È quanto afferma il procuratore generale militare. "Circa il personale femminile risultano soltanto 66 iscrizioni per militari donne quali persone sottoposte a indagini nel corso dell'anno, mentre 67 sono risultate aver assunto la qualità di persone offese", aggiunge il pg. "Analizzando gli esiti dello svolgimento delle attività di indagine e istruzione dei procedimenti complessivamente trattati nell'anno dalle tre procure di primo grado" evidenzia il pg militare come la "percentuale di procedimenti definiti con richiesta di archiviazione: circa il 45% del totale - spiega -. Percentuale di procedimenti definiti con richiesta di rinvio a giudizio: circa 12,5% del totale; percentuale di procedimenti definiti con altro tipo di provvedimento: circa 6% del totale".
Nel corso del 2023 sono diminuiti i procedimenti "definiti" dalla Corte Militare di Appello. E' quanto emerge dalla relazione del presidente Giuseppe Mazzi illustrata nel corso della cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario. Negli ultimi dodici mesi sono stati 100 rispetto ai 133 del 2022 e 150 del 2021. Aumentano leggermente, invece, i procedimenti sopravvenuti: 128 nel 2023, 114 nel 2022 e 140 nel 2021. I procedimenti pendenti a fine anno sono risultati 51, contro i 23 del 2022 e i 42 del 2021. Per quanto riguarda i tempi di definizione dei procedimenti si è registrato un aumento: 123 giorni nell'ultimo anno, rispetto a 114 nel 2022 e 182 giorni nel 2021.