Davanti al portone dell'ex scuola, dove ora i giovani sono ospitati, i residenti di Borgonovo Valtidone hanno messo delle balle di fieno per sbarrare l'ingresso
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Ospitare quindici profughi minorenni nel nostro paesino in collina? No grazie. Alcuni residenti di una piccola frazione di Borgonono Valtidone, Breno, in provincia di Piacenza, proprio non ne vogliono sapere di accogliere il gruppo di giovanissimi africani che la Prefettura ha previsto di sistemare nella ex scuola. E' scattata subito una protesta che ha richiesto l'intervento dei carabinieri. Gli abitanti hanno pensato di bloccare completamente gli accessi alla struttura mettendo qualche quintale di fieno proprio davanti ai tre ingressi.
E' questo lo scenario che nelle ultime ore si è materializzato nella minuscola frazione del comune piacentino di Borgonovo Valtidone. L'arrivo sul posto dei carabinieri prima, e del sindaco, subito dopo, ha comunque riportato tutto più o meno alla normalità, per il momento, anche se la situazione resta incandescente e non si escludono altri atti di protesta da parte degli stessi residenti. Tra loro, qualcuno nottetempo ha anche vergato con la vernice spray nera una scritta perentoria sul muro esterno della ex scuola, che è stata data in gestione alla cooperativa piacentina Ippogrifo proprio per l'accoglienza dei quindici minorenni: “Breno dice no ai neri e alle coop. E all'invasione”.
I militari della compagnia di Piacenza hanno identificato una decina di persone che, nella mattinata di ieri, si erano radunate lì davanti per protestare. Tra loro anche alcune mamme. Ufficialmente nessuno ha però ovviamente ammesso di aver commesso qualche atto illecito, ma sono in corso le indagini per scoprire chi ha “murato” gli ingressi della ex scuola con il fieno e chi ha fatto la scritta sul muro esterno.
Alla fine, la situazione è tornata alla normalità e tutto è andato secondo quanto previsto dai piani della Prefettura di Piacenza: i minorenni, provenienti da Senegal, Sierra Leone, Ghana, Nigeria, Bangladesh, Gambia, Guinea e già sul territorio italiano da un qualche tempo, hanno potuto fare il loro ingresso insieme a sei educatori della cooperativa e a due custodi accompagnati dai funzionari della Prefettura piacentina.