Secondo la procura, lui e Marco Toffaloni, all'epoca sedicenne, avrebbero piazzato l'ordigno che esplodendo provocò 11 morti e 102 feriti
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Per la strage di Piazza della Loggia, il gup del tribunale di Brescia ha rinviato a giudizio Roberto Zorzi, accusato di essere uno degli esecutori materiale dell'eccidio del 28 maggio 1974. Zorzi, cittadino americano, vive negli Stati Uniti ed è titolare di un allevamento di dobermann chiamato "Il Littorio". In aula non era presente ed era rappresentato dai suoi legali.
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Secondo la procura di Brescia, Roberto Zorzi e Marco Toffaloni, all'epoca sedicenne e che comparirà in udienza preliminare davanti al tribunale dei minori, avrebbero messo in piazza della Loggia l'ordigno che esplodendo provocò 11 morti e 102 feriti. Nel maggio 2023 la presidenza del Consiglio si vide respingere dal gup la costituzione di parte civile.
Attentato terroristico di matrice neofascista: viene definita così la strage di piazza della Loggia compiuta il 28 maggio in uno dei luoghi più celebri e frequentati di Brescia. Sicuramente fu uno degli attentati più gravi dei cosiddetti Anni di Piombo, assieme alla strage di piazza Fontana del 12 dicembre 1969 (17 morti), alla strage del treno Italicus del 4 agosto 1974 (12 morti) e alla strage di Bologna del 2 agosto 1980 (85 morti). I terroristi fecero esplodere una bomba nascosta in un cestino dei rifiut, proprio mentre era in corso una manifestazione contro il terrorismo neofascista. Lo scoppio provocò la morte di otto persone e il ferimento di altre 102. Dopo molti anni di indagini, depistaggi e processi, sono stati riconosciuti colpevoli e condannati alcuni membri del gruppo neofascista Ordine Nuovo. Secondo i giudici, gli esecutori materiali furono Maurizio Tramonte, Carlo Digilio, Marcello Soffiati e Ermanno Buzzi. Come mandante fu invece condannato uno dei vertici di Ordine Nuovo, Carlo Maria Maggi.