Corrado Pesce, 41 anni, precipitò sul Cerro Torre e il suo corpo non è mai stato recuperato. "Per le autorità argentine risulta ancora disperso, ma è un ulteriore dramma per noi", spiega Lidia
Era lo Spiderman del ghiaccio, ma una valanga sul Cerro Torre, in Patagonia, a fine gennaio, ha messo fine alle sue scalate per sempre. E il suo corpo, in quella zona impervia dove è stato individuato dai droni, non è mai stato recuperato. Così per le autorità argentine, il piemontese Corrado Pesce, 41 anni, esperto alpinista, risulta ancora disperso. "Ma senza il certificato di morte che deve rilasciare il governo di Buenos Aires, non possiamo far valere i diritti della figlia 13enne: è un ulteriore dramma per noi", spiega la sorella di "Korra", Lidia Pesce, da Novara. E su change.org è stata aperta una petizione online che in pochi giorni ha raccolto 11.500 firme.
"Corrado era una guida alpina che amava tantissimo la montagna e che svolgeva con passione e dedizione il suo lavoro, - ricorda la sorella. - A fine gennaio si trovava a scalare il Cerro Torre, una montagna di oltre 3.000 metri situata in Patagonia. Purtroppo durante la scalata Corrado è stato travolto da una valanga ed è morto".
"Dalla sua morte - aggiunge - non è stato possibile recuperare la salma; ogni tentativo è fallito e purtroppo sarà impossibile recuperarne il corpo. Oltre al grandissimo dolore per la perdita di Corrado, stiamo vivendo un ulteriore dramma: il governo argentino infatti non ratifica l'avvenuta morte di Corrado dal momento che per loro risulta ancora disperso".
"A noi famigliari serve quanto prima il certificato di morte di Corrado per sostenere i diritti di sua figlia di soli 13 anni che è rimasta senza papà. Chiedo il vostro aiuto per sensibilizzare il governo italiano e il governo argentino a risolvere questa spiacevole situazione", conclude così Lidia Pesce il suo appello.