Caselle, fermata l'ex colf: "Complice strage" Il figlio di due delle vittime: "Me l'aspettavo"
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La donna, compagna dell'assassino reo confesso, è accusata di concorso in omicidio premeditato. Avrebbe organizzato l'incontro tra Palmieri, unico autore materiale degli omicidi, e gli Allione. Il movente: vendetta
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Dorotea De Pippo, 52enne ex colf della famiglia Allione, massacrata in casa a Caselle Torinese il 3 gennaio, è stata fermata dai carabinieri con l'accusa di concorso in omicidio premeditato. L'ex convivente della donna, il 55enne Giorgio Palmieri, era già stato arrestato per il triplice omicidio, organizzato forse per vendetta. Il figlio e nipote delle vittime, Maurizio, commenta: "Sospettavo ci fosse un complice e non sono sorpeso sia lei".
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L'arresto di Dorotea De Pippo è giunto in seguito a un supplemento di indagini "seguito a un'excusatio non petita" nell'interrogatorio in cui Giorgio Palmieri si era auto-accusato del triplice omicidio.
"Premetto che ho fatto tutto da solo", aveva dichiarato Palmieri senza che nessuno glielo avesse chiesto. E' stato lui stesso, messo alle strette dagli investigatori dopo le ulteriori indagini, a smentirsi e chiamare in causa la convivente. Anche il fatto che lui avesse abbandonato l'abitazione di Caselle qualche giorno prima del delitto per "andare a vivere come un barbone" potrebbe fare parte, secondo gli investigatori, del piano della coppia.
In un successivo interrogatorio, Palmieri ha invece cambiato versione e ha fornito agli inquirenti gli elementi per accusare lui e la sua compagna di omicidio premeditato. L'uomo ha detto di essersi infatti recato con Dorotea De Pippo a casa degli Allione già la sera del 30 dicembre. L'assenza di Mariangela Greggio, però, li aveva convinti a desistere. "Dorotea non ha voluto perché voleva che venisse uccisa anche la Greggio. Perché la maltrattava", ha raccontato.
"Ha organizzato lei l'incontro" - Sarebbe stata proprio la donna a telefonare a Maria Angela Greggio, una delle tre vittime, per prendere l'appuntamento finito in tragedia. L'esecutore materiale degli omicidi, invece, sarebbe il solo Palmieri.
La donna ha sempre negato di essere stata a conoscenza delle intenzioni omicide del presunto ex convivente (i due si erano separati pochi giorni prima della strage ma gli inquirenti sospettano non sia vero) e anche Giorgio Palmieri in tutti gli interrogatori ha sempre ostinatamente escluso la complicità della donna.
Il movente: vendetta per il licenziamento - Il movente del triplice delitto, secondo le ricostruzioni degli investigatori, potrebbe essere il desiderio di vendetta di Dorotea De Pippo. Palmieri ha infatti raccontato agli inquirenti che la donna voleva la morte degli Allione perché "l'avevano maltrattata". Cinque mesi prima della strage, e dopo diversi anni di servizio, la De Pippo era stata allontanata dalla villetta di Caselle. In un primo momento si era pensato che dietro il delitto ci fosse la drammatica situazione economica di Palmieri: l'assassino aveva infatti raccontato di essersi recato a casa Allione per spiegare che non poteva saldare un debito di 500 euro a suo tempo contratto con la famiglia.
Palmieri si sarebbe munito di un tagliacarte e con quello avrebbe prima ucciso Claudio Allione, poi la moglie Mariangela, infine Emilia, 94 anni, "la nonnina", come è stata chiamata da Palmieri che, in un momento di pietà, l'ha coperta con un lenzuolo.
Figlio vittime: "Me l'aspettavo" - "Mi aspettavo che ci fosse un complice e non sono stupito che sia la signora De Pippo, perché conosceva bene la casa dei miei genitori, avendoci lavorato per un lungo periodo". Il figlio e nipote delle vittime della strage di Caselle, Maurizio Allione, commenta il fermo dell'ex domestica: "Adesso il mio pensiero va alla figlia diciottenne della coppia, che è rimasta sola, e anche all'altro figlio maggiorenne della donna. Per loro provo un profondo sentimento di pena", conclude.