"PROPRIETA' INCOMPETENTE"

Chiusura Pernigotti, il Gruppo Toksöz assicura: "Esternalizziamo in Italia"

La proprietà turca "ha l'obiettivo di ricollocare il maggior numero dei dipendenti presso aziende dello stesso settore". I dipendenti protestano contro la chiusura. I sindacati chiamano il governo

08 Nov 2018 - 13:59
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Pernigotti, l'azienda specializzata nel settore dolciario passata al gruppo Toksöz nel 2013, intende "esternalizzare le proprie attività produttive unicamente presso il territorio nazionale". Così la proprietà intende tranquillizzare le maestranze dopo l'annuncio di chiusura, precisando che si "sta procedendo all'individuazione di partner industriali in Italia, a cui affidare la produzione, anche con l'obiettivo di cercare di ricollocare il maggior numero possibile di dipendenti presso aziende operanti nel medesimo settore". Ma intanto continua la protesta dei lavoratori. I sindacati hanno chiesto un incontro con il governo.

Le parti sociali invieranno la lettera al Ministero dello Sviluppo Economico per chiedere un tavolo sulla Pernigotti. L'azienda ha chiesto un incontro sulla cassa integrazione, ma i sindacati ritengono che non ci siano i presupposti per un accordo e aspettano il tavolo al ministero per ottenere la cassa integrazione straordinaria per situazione industriale complessa.

Intanto è passata la prima notte di "occupazione", con assemblea permanente, nello stabilimento di Novi Ligure dopo l'annuncio della proprietà turca di volerlo chiudere per trasferire all'estero la produzione. "Tutte le istituzioni facciano in modo che si dica basta con gli industriali stranieri che rubano i marchi italiani. E' come vendere il Tricolore", protesta Johnny Chavez, uno dei 100 lavoratori che rischiano il posto. "Siamo qui e continueremo a restarci per difendere il nostro posto e il futuro delle nostre famiglie", aggiunge, "ma abbiamo bisogno dell'aiuto di tutti, cominciando dal ministro Luigi Di Maio, affinché la proprietà ritiri questa proposta indecente".

Le telecamere di Mattino Cinque sono andate proprio a Novi Ligure per capire l’umore dei lavoratori: “Trent’anni di lavoro e poi lasciati a casa”, “Coloro che hanno comprato l’azienda si sono rivelati degli incompetenti”, “Ci hanno trattato come delle mer...”, sono solo alcune delle testimonianze degli ormai ex-dipendenti dello stabilimento, che non vedono futuro.

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