L'episodio è avvenuto a Torino alle 2:30 del mattino. I due diciottenni erano stati notati da un residente della zona
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Una coppia di diciottenni, che si baciava alle 2:30 del mattino in strada a Torino, era stata denunciata a marzo per violazione delle norme anti coronavirus. A distanza di due mesi la denuncia si è trasformata in una multa, in seguito a un decreto del governo. All'epoca si trattava di "inosservanza di un provvedimento dell'autorità" punibile con l'arresto fino a tre mesi. I giovani erano stati notati da un residente che aveva chiamato la polizia.
L'episodio è descritto in uno dei circa 2.200 fascicoli che la Procura di Torino, in forza di un nuovo decreto del governo, ha potuto trasformare da reato penale (articolo 650, inosservanza dei provvedimenti dell'autorità con tre mesi di arresto come pena massima) in una violazione amministrativa.
"Panico sconfinato" furono le parole adoperate dal procuratore aggiunto Paolo Borgna, in un articolo apparso su "Questione giustizia" il 25 aprile (quando il caso non era più di sua competenza) dove, fra molte altre cose, tentò di dare un senso alla vicenda. "È arduo - scriveva - ricordare il 25 Aprile in tempi di stato d'eccezione. In giorni in cui le parole che ci accompagnano sono "stiamo a casa"; "distanziamento sociale"; "sorveglianza digitale"; "mappatura costante con videocamere e droni".
Uno stato d'eccezione cosi immanente, prima ancora che nei decreti legge del governo, nelle nostre teste: al punto che due ragazzi di diciotto anni che si baciano in piedi sul marciapiede di una via deserta vengono denunciati da un solerte cittadino. Tutto giusto e (a parte qualche eccesso) tutto necessario. L'esserci imbattuti nel "cigno nero", l'improbabile e quasi impossibile che diventa realtà, ha plasmato i nostri comportamenti collettivi e privati. Siamo noi stessi ad invocare la nostra prigionia". Il magistrato quindi lanciava un invito: "Ragionare sui rischi che il panico sconfinato di oggi può avere sulle nostre libertà' di domani".