Per i piemontesi Enrica Narciso e Paolo Odifreddi il rientro in Italia era previsto da tempo per metà marzo, ma l'emergenza sanitaria lo ha impedito. "L'unica offerta ricevuta dal Consolato era di volare su Francoforte ma senza Tessy e Baldo, impensabile", raccontano
di Gabriella Persiani© Tgcom24
Il container con tutti i loro averi è già in Italia dal 14 febbraio, la casa è stata venduta il 26 marzo e anche l'auto. I sei anni di vita e lavoro in Sudafrica erano già chiusi in valigia, perché i piemontesi Enrica Narciso e Paolo Odifreddi avevano da tempo deciso di tornare in Italia. Ma il lockdown in corso anche a Johannesburg ha bloccato i loro piani all'improvviso e li ha gettati nella disperazione. "L'unica offerta che ci è stata fatta dal Consolato era di volare a fine marzo su Francoforte, ma ciò voleva dire abbandonare i nostri cani, Tessy e Baldo, così l'abbiamo rifiutata", raccontano a Tgcom24 da una sistemazione di fortuna temporanea e con la possibilità di poter tornare in Piemonte forse tra sei oppure otto mesi. "Siamo demoralizzati e ci sentiamo abbandonati: abbiamo avanzato tante proposte ma nessuna a buon fine finora", aggiungono.
"Stiamo vivendo un incubo, neanche se avessimo voluto costruirlo ad arte ci saremmo riusciti a renderlo così", racconta la coppia di italiani a Tgcom24 da Hoedspruit, 450 chilometri da Johannesburg.
"Niente e nessuno ci separerà dai nostri due cani - ribadiscono . - Tessy è venuta con noi dall'Italia. E' un mix di pastore tedesco e svizzero, ha 9 anni e dopo una pancreative ha bisogno di un cibo speciale che la nostra veterinaria è riuscita a procurarci con grande difficoltà. Baldo invece è un meticcio sudafricano doc adottato da noi sei anni fa, a 4 mesi. Lo abbiamo strappato dalla strada e dal triste fenomeno del randagismo che qui e soprattutto nelle township sudafricane è una piaga di cui si occupano a fatica volontari. Né lui né Tessy saranno abbandonati: non ci sono pensioni dove lasciarli e commetteremmo un reato. Un paradosso per chi come noi da sempre è in prima linea contro questo triste fenomeno e ha sempre fatto di tutto per aiutare le associazioni animaliste locali per le sterilizzazioni".
Il gran rifiuto del volo offerto dalla Farnesina vi sta costando caro? "Siamo disperati, qui in Sudafrica non abbiamo più niente, letteralmente quattro stracci e tre pentole - rispondono affranti. - La situazione trovata è temporanea, potremmo ritrovarci stasera a dormire nell'auto a noleggio, senza prospettive di un rientro a breve. E' stato annunciato che il lockdown che dura da 5 settimane potrebbe essere esteso passando di livello in livello, quindi con piccole riaperture, per altri 6/8 mesi. E i voli internazionali saranno gli ultimi a ripartire".
"E comunque dopo il no al volo per Francoforte senza i nostri cani, - precisa la coppia che ha lavorato per 30 anni nell'ambito dei tour operator - ci siamo dati da fare per proporre al Consolato altre soluzioni, fino a tre giorni fa, sempre e tutto a nostre spese, nessun volo di Stato. Ma la risposta è sempre che non ci sono i numeri tra Sudafrica e Kenya perché Roma possa riportarci in Italia, anche se noi abbiamo altre informazioni e si potrebbero organizzare almeno tre voli, ripetiamo: a nostre spese".
"Eppure l'unica cosa che ha potuto suggerirci l'Unità di crisi da noi interpellata dopo le sedi di rappresentanza locale è di verificare su siti di compagnie straniere la disponibilità di voli. A oggi inesistenti, ovviamente. Cosa dobbiamo fare per farci sentire? - chiedono alla fine. - Presentarci alla sede dell'Ambasciata e bivaccare davanti all'ingresso? Qui non possiamo più stare".
Gabriella Persiani