Un nuovo audio inviato al programma di Rete 4 dopo il caso dell'estate: "Avrei preferito un confronto schietto, ma sono stata umiliata"
Cristina Seymandi torna a parlare a "Zona Bianca" dopo il caso dell'estate che l'ha vista coinvolta insieme a Massimo Segre, il noto banchiere di Torino che l'ha lasciata durante una festa con un discorso in cui lui la accusava di diversi tradimenti.
La donna, amministratrice delegata della Savio, ditta specializzata in accessori per serramenti con 153 dipendenti legata proprio al suo ex compagno, voluto chiarire alcuni aspetti della chiacchieratissima vicenda al programma di Rete 4: "Sono rimasta davvero basita quando i miei collaboratori mi hanno riferito che addirittura l'autorevole "The Times" di Londra ha dedicato un articolo di quanto accaduto tra me e Massimo - ha detto nel suo audio indirizzato alla trasmissione di Giuseppe Brindisi -, tanta attenzione sarebbe degna di miglior causa ma a mia discolpa posso dire che sono stata solo effetto di queste vicende e di non averle causate. Sono state dette molte cose, spesso imprecise, anche a causa del passaggio di bocca in bocca di in informazioni in ambienti giornalistici frettolosi e caotici [...]. La campagna di disinformazione e delegittimazione messa in campo contro di me è arrivata l'azienda della quale sono azionista di maggioranza, la Savio. Si tratta di un'azienda finanziariamente sana e con commesse tali da garantire la piena sopravvivenza anche dopo l'epocale litigio Segre-Seymandi. Mi dispiace se qualche dipendente dell'azienda si è preoccupato negli ultimi giorni, ma nuovamente non è dipeso da me. E comunque non vi è alcun motivo di preoccupazione".
Il mistero dell'anello - Seymandi è tornata anche a parlare del famoso anello "scomparso": "C'è chi ha letto nelle mie parole un'accusa a Massimo Segre di averlo ripreso in sua disponibilità ma tra i tanti difetti che non c'è, e che non ho, è la mancanza di schiettezza. E se avessi voluto accusare massimo di essersi appropriato dell'anello lo avrei detto platealmente. Sono stata chiara, quell'anello è sparito 15 giorni prima di quella maledetta serata del 27 luglio, ed è vero. Non l'ho preso io, ed è vero, qualcuno deve averlo preso, ed è vero. Ciò detto, chi se ne è appropriato, danneggiando sia me, perché tenevo moltissimo a quell’anello, che Massimo, perché per lui è era un caro ricordo di famiglia, farà i conti con la propria coscienza".
"Non mi sarei aspettata l'umiliazione" - "Riguardo alla mia affermazione 'da che pulpito viene la predica' riferita ai tradimenti veri o presunti di Massimo nel passato è un altro tema che ha tenuto impegnati i cronisti - ha spiegato Seymandi -. Non ho prove che Massimo mi abbia tradita. Tuttavia confermo che lui mi confidò di aver commesso anche lui degli errori e di essere stato poco trasparente nelle precedenti relazioni di coppia". E aggiunge: "Mi domando allora, anzi domando a lui: avrebbe lui gradito se le sue compagne gli avessero riservato lo stesso identico trattamento che lui ha riservato a me? Massimo dovrebbe aver ben chiaro il significato di quella frase. Non mi sarei aspettata una umiliante messa in scena come quella alla quale sono stata costretta ad assistere in quella afosa sera di fine luglio. Quanto piuttosto un confronto schietto e diretto all'interno della nostra coppia. Le nozze non erano state ancora celebrate, anche in caso di insanabili divergenze le nostre strade avrebbero potuto eventualmente dividersi senza causare tutto questo dolore.
La questione dei 700 mila euro - "Quella sui 700 mila euro di cui mi sarei appropriata, è un'altra clamorosa bufala - continua nel suo sfogo Seymandi -. Quel trasferimento di denaro, che era vecchio di cinque mesi, molto prima della nostra separazione, era un trasferimento di denaro espressamente autorizzato da Massimo stesso e rientrante in movimenti di natura patrimoniale. Ora Massimo ha cambiato idea, li rivuole indietro? Ne stiamo parlando in tribunale. In buona sostanza sono stata trasformata in spettatrice della mia vita e non posso far altro che passare il tempo a correggere, smentire e rettificare, nonostante voglia dedicarmi anima e cuore a mia figlia, incosapevole vittima di questo baccano.