I quattro studenti del liceo De Amicis, durante l'intervallo, si erano messi in fila davanti a un manifesto di "Lager SS"
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Sei giorni di sospensione non sarebbero bastati. Meglio studiare la storia. Per non ripetere più certe "bravate". I quattro studenti del liceo De Amicis, che due mesi fa, durante l'intervallo, si erano messi in fila inscenando il saluto romano davanti a un manifesto di "Lager SS" (una mostra fotografica allestita nell'aula magna della scuola e dedicata ai deportati politici nei campi di sterminio in occasione della "Settimana della Memoria") sono stati "puniti" anche con l'obbligo di studiare la Resistenza al nazifascismo e il sacrificio di migliaia di Partigiani.
Come riportato da "La Stampa", i quattro ragazzi approfittarono dell'assenza degli insegnanti ignorando, però, che qualcuno li stava riprendendo con il cellulare. Quel video, fatto girare tra gli studenti, alla fine arrivò anche alla preside, Mariella Rulfi. La donna, dopo aver consultato il Consiglio di classe, ottenne il via libera per una "punizione esemplare".
I quattro studenti, quindi, hanno vista "commutata" la loro pena: invece di passare a casa i sei giorni di sospensione, seguiranno un corso di vera e propria "riabilitazione": giovedì hanno visitato l'Istituto Storico della Resistenza di Cuneo e studiato la tragedia della Seconda Guerra Mondiale in cui l'Italia fu trascinata dal fascismo, poi hanno esaminato le leggi razziali, l'olocausto e la campagna di Russia (che costò la vita a decine di migliaia di soldati italiani).
Il corso, comunque, consentirà loro di studiare ulteriormente: dalla visita alla comunità Emmaus di Boves, per conoscere sia l’attività di recupero dei rifiuti e riuso del materiale usato, sia l'impegno sociale e la solidarietà a favore dei poveri, alla visita di un centro cuneese di accoglienza straordinaria di migranti richiedenti asilo, per finire con un passaggio al Sacrario della Madonna degli Alpini sulla collina di Cervasca, luogo simbolo per le "penne nere" di tutta Italia. Tutto per far comprendere il valore dell’inclusione, della tolleranza e dell'impegno civile.