Delitto Caselle, il killer ha confessato Ha sottratto cento euro alle vittime
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Svolta nelle indagini: fermato il compagno della ex domestica da poco licenziata. Gli inquirenti: "Decisivo l'aiuto del figlio delle vittime". Maurizio Allione in lacrime: "Grazie ai carabinieri"
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Svolta nelle indagini sul triplice omicidio di Caselle (Torino). I carabinieri hanno fermato il presunto assassino di Claudio Allione, della moglie, Maria Angela Greggio, e della suocera, Emilia Campo Dall'Orto. Si tratta di Giorgio Palmieri, pregiudicato torinese di 56 anni, convivente della ex domestica della famiglia, licenziata poco tempo fa perché accusata di aver rubato una collanina. L'uomo ha confessato: "Sono stato io, ho agito da solo".
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La confessione, secondo quanto si apprende, è giunta nella notte, al culmine di un lungo interrogatorio. Gli investigatori erano sulle tracce di Palmieri già da martedì quando, analizzando il traffico telefonico, avevano rilevato la sua presenza a Caselle nonostante vivesse a Torino.
I carabinieri lo hanno trovato a casa di un amico nel capoluogo piemontese. Sulle sue mani e sull'avanbraccio sinistro evidenti ferite causate con ogni probabilità dall'arma del delitto, probabilmente un tagliacarte.
Dopo la confessione, Palmieri si è detto "sconvolto e provato", ma anche "sollevato", come reso noto dagli inquirenti.
"Povera nonnnina, non dove morire" - Dopo aver ucciso la 94enne Emilia Campo Dall'Orto, il killer di Caselle ha coperto il suo viso con un lenzuolo. Poi, mentre confessava il triplice omicidio, si è detto dispiaciuto: "Povera nonnina, lei non doveva morire".
Era stato Maurizio Allione, figlio e nipote delle vittime, a fare per primo il nome di Dorotea De Pippo, ex collaboratrice domestica di casa Allione. "Mia madre l'aveva mandata via per il sospetto del furto di una collanina", aveva detto agli inquirenti precisando che era stata la sua fidanzata, Milena, a svelarglielo.
Il movente: una rapina - Un tentativo di rapina finito nel sangue. E' questo il movente del triplice omicidio di Caselle, come confermato dal procuratore della Repubblica di Torino, Sando Ausiello. Giorgio Palmieri, venerdì, è giunto nella villetta poco lontana dall'aeroporto torinese. Conosceva bene i coniugi Allione, che gli avevano recentemente prestato 500 euro. Doveva spiegare loro perché non aveva restituito quei soldi ma, secondo gli inquirenti, era intenzionato a sottrarre altro denaro.
Dopo aver bevuto un caffè, offerto dai padroni di casa, ha messo in atto il suo piano impossessandosi di 100 euro.
Forse per lo scarso bottino o forse di fronte alla reazione degli Allione, l'uomo è stato colto da un raptus omicida e ha colpito le tre vittime con un'arma da taglio. Dopo gli omicidi, per non lasciare tracce, Palmieri ha portato via la tazzina da caffè, ritrovata poco lontano in una fossa da Maurizio Allione.
La colf aveva scagionato Maurizio - Al fianco degli investigatori per tutta la durata dei sopralluoghi, l'ex domestica della famiglia, Dorotea De Pippo, aveva detto agli inquirenti di essere certa dell'innocenza di Maurizio Allione, smentendo le voci di dissidi tra il 29enne e i genitori per questioni economiche: "Ho letto sui giornali tante cose che non sono proprio vere - aveva raccontato la donna, come riportato da La Stampa -. Ho sentito che ci sarebbero state questioni per dei soldi. Il ragazzo non ha mai avuto questi problemi, anche perché gli Allione sono una famiglia benestante e lui bastava che chiedesse". La sua posizione è ora al vaglio degli inquirenti e non risulta indagata.
Il figlio delle vittime in lacrime: "Grazie ai carabinieri" - Mai iscritto nel registro degli indagati eppure lacerato dai sospetti sulla sua persona. Maurizio Allione, che nel triplice delitto di Caselle ha perso mamma, papà e nonna, elogia il lavoro degli investigatori: "Grazie ai carabinieri. Ho capito il lavoro che hanno dovuto fare. Sono contento", ha dichiarato in lacrime. "I carabinieri e i magistrati hanno fatto un ottimo lavoro, non ho mai dubitato di loro. Sono sempre stato convinto che credessero nella mia innocenza", ha aggiunto per voce del suo avvocato, Stefano Castrale.
I carabinieri: "Decisivo l'aiuto di Allione" - Il contributo alle indagini di Maurizio Allione, figlio e nipote delle tre vittime della strage di Caselle, è stato "fondamentale" per risolvere il giallo del triplice omicidio. Parola di Domenico Mascoli, comandante del Nucleo investigativo dei carabinieri di Torino. "Grazie al sopralluogo del Ris siamo riusciti a restringere il campo, ma per individuare il responsabile è stato fondamentale l'aiuto del figlio delle vittime".