"ABBIAMO FATTO QUEL CHE DOVEVAMO"

Delitto Murazzi, il giudice: "Chiedo scusa alla famiglia di Stefano Leo"

Il presidente della Corte d'Appello di Torino interviene sulla mancata carcerazione dell'assassino, Said Mechaquat

05 Apr 2019 - 19:11
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"Come rappresentante dello Stato mi sento di chiedere scusa alla famiglia di Stefano Leo". Così il presidente della Corte d'Appello di Torino, Edmondo Barelli Innocenti, che interviene sulla mancata carcerazione dell'assassino, Said Mechaquat. Ma difende l'operato dei suoi giudici, spiegando che "qui abbiamo fatto quello che dovevamo fare" e che, anche se incarcerato, "non c'è certezza che Mechaquat potesse essere ancora in carcere il 23 febbraio".

Il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, ha riferito che il dicastero "si è attivato con la massima tempestività possibile per verificare quello che è accaduto", chiedendo all'ispettorato di "procedere immediatamente".

La Corte d'Appello: "Serve personale" - "Sono qui a prendermi i pesci in faccia, come è giusto che sia, ma non scrivete che la colpa è solo dei magistrati. Non è neanche giusto distinguere tra magistrati e cancelleria, ma la massa di lavoro da smaltire è tale che il ministero della Giustizia dovrebbe provvedere ad assumere cancellieri e assistenti perché è quello di cui abbiamo bisogno", ha sottolineato Edmondo Barelli Innocenti.

Problemi burocratici - Il magistrato ha poi aggiunto che "la cancelleria ha come input quello di far eseguire le sentenze più gravi, sopra i tre anni, perché al di sotto si ha la possibilità di ottenere l'affidamento in prova. E Said Mechaquat poteva avere accesso a pene alternative". Il killer aveva sulle spalle una condanna a un anno e sei mesi, definitiva dal 2018, per maltrattamenti all'ex compagna, ma per un ritardo nella trasmissione degli atti con l'ordine di carcerazione era ancora libero.

Il padre della vittima: "Assurdo, voglio andarmene" - "Abbiamo delle persone in giro per il territorio italiano pericolosissime che a loro modo, quando gli parte la testa, ammazzano i nostri figli. Questo non deve piu' succedere", ha commentato Maurizio Leo, padre di Stefano. "Io sono disperato, quando questa notte ho saputo della Corte d'Appello non ho dormito. Queste persone sgozzano perché vogliono uccidere. Adesso chi va in galera? Chi sconta la pena? Abbiamo giustificazioni per tutti. Voglio andarmene dall'Italia, qui c'è qualcosa che non funziona. Prima questa cosa che l'assassino voleva uccidere qualcuno felice, poi questa cosa della Corte d'Appello: ma capite che è tutto assurdo?".

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