Giovanni Vincenti, poi, smentisce la storia dei dissidi familiari: "E' la cattiveria più grossa che potevano dire. Sono distrutto dal dolore per questi tre ragazzi che sono morti sotto le macerie di casa mia"
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Il movente dietro l'esplosione dell'edificio di Quargnento (Alessandria) "non lo so, o meglio, penso per pura e semplice invidia". Lo ha detto Giovanni Vincenti, proprietario della cascina distrutta lunedì notte, sottolineando di aver subìto negli anni diversi atti dolosi. "Sono distrutto dal dolore per questi tre ragazzi che sono morti sotto le macerie di casa mia, dove abbiamo vissuto in armonia e amore per tanti anni", ha aggiunto.
"Dissidi familiari? Falso" Martedì erano circolate via stampa indiscrezioni su presunti dissidi familiari, proprio su questo punto è intervenuto Vincenti che ha smentito categoricamente quanto raccontato. "Quella dei dissidi familiari è la più grossa cattiveria che potevano dire - ha sottolineato -, io non ho problemi con mio figlio, assolutamente". "Andiamo d'amore e d'accordo, ci sono alti e bassi come in ogni famiglia, lui se ne è andato via di casa perché la fidanzata voleva andare a Torino, io non l'ho persa benissimo, siamo stati 3-4 mesi a litigare poi è finita", ha spiegato.
"Ho subito diversi atti dolosi" "Negli anni ho subito diversi atti dolosi - ha continuato -, non siamo mai stati ben voluti dal paese da quando ci siamo trasferiti". "Siamo una famiglia molto riservata, per questo non abbiamo mai avuto grossi rapporti con il vicinato", ha osservato.
"Con i carabinieri chiarito tutto"Sul movente e sui possibili fautori delle deflagrazioni, il proprietario della cascina ha riferito di "aver chiarito una serie di situazioni con i carabinieri". "Sono riuscito a dare un filo logico a tante situazioni che si erano verificate da quando eravamo lì a Quargnento e sono venute fuori molte ipotesi", ha concluso.