Dovrà pagare una multa di 1.500 e una provvisionale di 2.500 euro al Coordinamento Torino Pride e a Rete Lenford. "E' mio dovere lanciare lʼallarme sanitario", dice annunciando il ricorso
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Il tribunale di Torino ha condannato Silvana De Mari, medico di 65 anni imputata per diffamazione ai danni degli omosessuali e del movimento Lgbt, per avere sostenuto che "l'omosessualità è contro natura". Dovrà pagare una multa di 1.500 e una provvisionale di 2.500 euro al Coordinamento Torino Pride e a Rete Lenford. Il giudice Melania Eugenia Cafiero ha assolto l'imputata da alcuni casi. La procura aveva chiesto la condanna a una multa di mille euro.
Prima della lettura della sentenza, la dottoressa De Mari è tornata su alcuni aspetti: "In questo processo è fondamentale parlare della questione di maggiore 'morbidità'. Nel momento in cui dico che gli uomini che fanno sesso con altri uomini hanno rischi maggiori di contrarre malattie e tumori, è documentato. Se non ci fossero questi dati questo sarebbe un sacrosanto processo".
De Mari ha anche voluto affermare che "nel momento del gay pride le malattie sessualmente trasmissibili aumentano". Infine ha tentato di confutare un'affermazione: "E' stato detto che per l'Oms l'omosessualità non è una malattia. L'Oms non è un'associazione medica, ma politica. Certo che l'omosessualità non è una malattia: la scabbia è una malattia".
"La libertà di critica è salva, mio dovere informare" - "La libertà di critica è salva. Il mio dovere di medico è lanciare l'allarme sanitario", ha commentato la De Mari. Secondo il suo avvocato, il professore Mauro Ronco, "è stata condannata soltanto per una frase rivolta al movimento Lgbt. Per il resto è una sentenza equilibrata perché la assolve per le frasi pronunciate sui comportamenti omosessuali". Le motivazioni del Tribunale di Torino saranno disponibili tra 30 giorni. De Mari ha già annunciato il ricorso in Appello.