"Il pensiero che Stefano sia morto per uno sguardo, forse per un sorriso che aveva regalato al suo assassino, è inaccettabile". Non si dà pace Maurizio Leo, padre del 34enne ucciso il 23 febbraio in riva al Po, a Torino, da Said Machaouat, che ha confessato di averlo fatto perché non sopportava di vederlo felice. "E' come se lo avessero ucciso un'altra volta - aggiunge senza riuscire a nascondere l'emozione - non riesco a farmene una ragione".