Il sindaco Appendino: "Accolgo le critiche, le mie porte sono aperte". Il sottosegretario M5s Di Stefano: "Se servono troppi debiti non si fa", ma il ministro leghista Centinaio: "Va fatta"
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Oltre 30mila persone, secondo gli organizzatori, sono scese in piazza a Torino per la manifestazione Sì Tav in piazza Castello. All'evento hanno partecipato anche i parlamentari leghisti eletti a Torino, che dicono: "Rispettiamo gli impegni con M5s, ma ribadiamo che l'opera va realizzata". Il sindaco Appendino: "Accolto le critiche, le mie porte sono aperte". Il ministro leghista Centinaio: "La Tav serve, secondo noi si fa".
Appendino: "Accolgo le critiche" - Sul suo blog, il sindaco di Torino scrive: "Oggi in piazza Castello, al netto delle diverse sensibilità politiche, sono state sollevate delle critiche che accolgo, ma c'erano anche molte energie positive. Sono stati proposti alcuni punti per il futuro della città che sono in buona parte condivisibili, anche perché rispecchiano ciò che come amministrazione abbiamo fatto fino ad oggi e ancora intendiamo fare nei due anni e mezzo di mandato che abbiamo davanti a noi. Sono pronta a discuterne già dalla settimana prossima".
Centinaio: "Secondo noi la Tav si fa" - Le risponde a distanza il ministro dell'Agricoltura Gian Marco Centinaio, alla Fiera di Milano: "Sono convinto che la Tav sia una struttura che serve e secondo noi della Lega la Tav si fa. Io concordo con i colleghi M5s quando dicono che bisogna fare le strutture che servono ed evitare di sprecare soldi. E' lo stesso obiettivo che abbiamo anche noi come Lega che però siamo convinti che la Tav serva. Però anche loro ci dicano cosa vogliono fare".
Di Stefano: "Se servono grossi debiti non si fa" - Il sottosegretario M5s agli Affari esteri Manlio Di Stefano avverte: "Sulla questione Tav è fondamentale la democrazia così come la partecipazione, ma bisogna essere chiari e sinceri con i cittadini. Chi sostiene questo governo deve ricordare ai torinesi che stiamo valutando costi-benefici dell'opera, così come scritto nel contratto. Se l'analisi ci dirà che fare l'opera è un sacrificio economico, e dunque comporterà un grosso debito per gli italiani, l'opera chiaramente non si farà".
Le organizzatrici: "Manifestazione apolitica" - A promuovere la protesta sono state sette donne professioniste che hanno lanciato su Facebook il gruppo "Sì, Torino va avanti", nato dopo l'approvazione in Consiglio comunale di Torino dell'ordine del giorno che sancisce ufficialmente il no alla Tav. "Sì Tav, sì lavoro", i cartelli in piazza e le uniche bandiere sono quelle del tricolore, dell'Europa e dei cinque cerchi dell'Olimpiade.
"Siamo sette donne non manovrate da nessuno. Siamo qui con la nostra testa. Qualcuno in Comune ha detto che Torino è una città No Tav, noi come le migliaia di persone in piazza oggi vogliamo dire sì", ha detto dal palco Patrizia Ghiazza, una delle sette manager che ha organizzato la mobilitazione "Non può esserci scambio tra metropolitana e Tav, noi vogliamo tutto! Vogliamo che le nostre aziende continuino a crescere in questa città", ha aggiunto Ghiazza.
"Da oggi cambia il vento e il vento è a favore delle infrastrutture", ha detto Mino Giachino, che ha lanciato la petizione su Change.org a favore della Torino-Lione che ha superato le 60mila adesioni e che ha aperto il presidio.
No Tav: "In piazza una piccola parte che non ci spaventa" - In piazza oggi a Torino "c'è stata la manifestazione di una piccola parte di persone che difende un suo interesse particolare, parziale ed esplicito. Il nostro No Tav parla un linguaggio comune, non difende interessi di categoria, non cerca nuove garanzie. Penserete mica che ci spaventiamo o deprimiamo per piazza Castello piena?". Lo ha affermato il movimento No Tav a poche ore di distanza dalla manifestazione dei Sì Tav. "La piazza l'abbiamo riempita così tante volte - proseguono - che non ci stupisce neppure un po', anche perché lo abbiamo fatto sempre con tutti contro".