Sindone, il Papa a Torino: "Serve il lavoro" Ai giovani: "Sarò impopolare, siate casti"
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"Sono vicino a disoccupati, cassintegrati e precari", ha detto il Pontefice prima di rivolgersi ai ragazzi: "Superare questa concezione edonista dell'amore".
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In questa crisi, "che è globale e complessa, non si può solo aspettare la ripresa". Lo ha detto Papa Francesco parlando a Torino a rappresentanti del mondo del lavoro. "Il lavoro è fondamentale, lo dichiara fin dall'inizio la Costituzione italiana, ed è necessario che l'intera società, in tutte le sue componenti, collabori perché esso ci sia per tutti e sia degno dell'uomo e della donna". Appello ai giovani: "Siate casti".
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Bisogna dire "no" alla cultura dello scarto che esclude i poveri, i bambini, gli anziani, i giovani. "Quello che non produce si esclude a modo di 'usa e getta'". Il Papa fa poi ancora un richiamo contro la corruzione. "No alle collusioni mafiose, alle truffe, alle tangenti". "Siamo chiamati a ribadire il 'no' all'idolatria del denaro", "no alla corruzione", "no all'inequità che genera violenza".
"Vicino a disoccupati, cassintegrati e precari" - "Esprimo la mia vicinanza ai giovani disoccupati, alle persone in cassa-integrazione o precarie; ma anche agli imprenditori, agli artigiani e a tutti i lavoratori dei vari settori, soprattutto a quelli che fanno più fatica ad andare avanti", ha sottolineato Francesco.
"Non colpevolizzate i migranti, sono vittime" - "L'immigrazione aumenta la competizione" nel mondo del lavoro "ma i migranti non vanno colpevolizzati, perché essi sono vittime dell'inequità, di questa economia che scarta e delle guerre", ha aggiunto il Pontefice. "Fa piangere vedere lo spettacolo di questi giorni, in cui esseri umani vengono trattati come merci".
"Lavoro serve non solo all'economia, ma per la dignità dell'uomo" - "Il lavoro non è necessario solo per l'economia, ma per la persona umana, per la sua dignità, per la sua cittadinanza e per l'inclusione sociale". Lo ha detto il Papa aggiungendo che "Torino è storicamente un polo di attrazione lavorativa, ma oggi risente fortemente della crisi: il lavoro manca, sono aumentate le disuguaglianze economiche e sociali, tante persone si sono impoverite e hanno problemi con la casa, la salute, l'istruzione e altri beni primari".
"Tutelare i diritti delle donne, sono ancora discriminate" - I diritti delle donne "vanno tutelati con forza perché le donne, che pure portano il maggior peso nella cura della casa, dei figli e degli anziani, sono ancora discriminate, anche nel lavoro", ha detto ancora il Papa nel suo primo discorso della visita pastorale.
In Duomo per contemplare la Sindone - Momento di raccoglimento davanti alla Sindone, nel Duomo di Torino, per Papa Francesco. Dopo l'applauso dei fedeli di fronte alla cattedrale di San Giovanni, e la benedizione, il Pontefice è entrato nella Chiesa e si è seduto di fronte al telo, la testa reclinata verso il basso e le luci abbassate.
"La Chiesa deve convertirsi tutti i giorni" - "La Chiesa, poveretta, deve convertirsi tutti i giorni, dal Papa in giù". Lo ha detto Papa Bergoglio incontrando i Salesiani del capoluogo piemontese, precisando tuttavia che "non bisogna vergognarsi della Santa Madre Chiesa". Sul ruolo femminile, il Pontefice ha affermato: "Quando mi dicono perché non una donna capo dicastero, io rispondo che è funzionarismo. La donna ha la stessa funzione della Madonna con gli apostoli".
Ai giovani: "Vivere, non vivacchiare. Siate casti" - "Devo dire una parola impopolare, ma il Papa deve rischiare. L'amore non deve usare gli altri, l'amore è casto. E allora vi dico, siate casti". Lo ha detto il Papa incontrando i giovani in una gremitissima piazza Vittorio, a Torino. "Non è facile superare questa concezione edonista dell'amore", ha poi aggiunto.
Sempre rivolgendosi alle ragazze e ai ragazzi presenti, il Pontefice ha anche citato il beato Pier Giorgio Frassati: "Dovete vivere, non vivacchiare. Che triste vedere giovani che vanno in pensione a vent'anni".
"Ipocrita parlare di pace e produrre armi" - In un successivo passaggio Papa Francesco ha criticato i produttori di armi: "Ci sono imprenditori che si dicono cristiani e investono in armi. Parlare di pace e fabbricare armi è ipocrisia". Il Pontefice ha poi citato gli eccidi del passato, in particolare il genocidio degli armeni, la Shoah, e quanto accaduto nella Russia di Stalin: "Le grandi potenze di allora dove erano? Guardavano da un'altra parte", ha detto.