Massimo Laganà a "Pomeriggio Cinque": "Eravamo come due fratelli"
"Sono rimasto fermo a quel 30 agosto. Non riesco ad accettare la perdita di mio figlio". Così Massimo Laganà a "Pomeriggio Cinque" parla di Kevin, il più giovane dei cinque operai investiti e uccisi nella stazione di Brandizzo, nel Torinese. "Più che padre e figlio eravamo come due fratelli", dichiara commosso Laganà mentre ricorda il tempo trascorso insieme al figlio, i giochi e le chiamate tutte le sere quando era al lavoro.
Kevin aveva 22 anni ed era un ragazzo solare, il padre lo ricorda così e racconta: "Non aveva mai rabbia. Aiutava chi aveva bisogno. Quando era al lavoro ero tranquillo perché sapevo che non poteva farsi male. Invece quando usava la moto o la macchina lo chiamavo sempre. Amava il lavoro e la sua squadra".
In collegamento a Canale 5 interviene anche il fratello di Kevin, Antonino, che chiede giustizia. "Voglio giustizia per mio fratello e combatterò per lui", dichiara l'uomo che da sette anni fa l'operaio per la stessa società dove lavorava il fratello. "Noi operai non siamo pazzi che attraversiamo i binari - spiega - sono il ferroviere e il capo cantiere a farlo e noi pensiamo di essere al sicuro", conclude.