Gli indagati sono cinque organizzatori del rally, il pilota della Skoda uscita di strada, il navigatore, il padre e la madre del bimbo deceduto.
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Il pubblico ministero Ruggero Mauro Crupi ha iscritto nel registro degli indagati nove persone coinvolte nella tragedia del rally Città di Torino che sabato scorso è costato la vita a un bimbo di sei anni. Tutte a vario titolo indagate per omicidio colposo. Gli indagati sono cinque organizzatori del rally, il pilota della Skoda uscita di strada, il navigatore, il padre e la madre del bimbo deceduto.
"Si tratta di un atto dovuto per procedere ad una serie di accertamenti", precisano dalla procura di Ivrea, che per l'incidente di Coassolo, nel Torinese, ipotizza a vario titolo nei confronti degli indagati il reato di omicidio colposo. L'inchiesta è coordinata dal pm Ruggero Mauro Crupi. Tra gli organizzatori del rally, subito sospeso dopo l'incidente, sono indagati l'organizzatore Mario Ghiotti, il direttore di gara Alfredo Delleani, il suo aiutante, il capo della prova speciale e il commissario di gara della postazione dove si è verificato l'incidente.
Secondo le indagini, benché resti da chiarire la possibilità che il pilota sia stato effettivamente colpito da un malore come ipotizzato subito dopo lo schianto, la famigliola travolta, come altri spettatori, si trovava in un prato "interdetto" al pubblico. Gli Ubaudi, secondo i video registrati dalla camera-car della Skoda, non si trovavano a ridosso della strada ma almeno una dozzina di metri nel prato, proprio dove l'auto, come impazzita, è finita dopo aver "saltato" la curva. Mercoledì sarà dato l'incarico per l'autopsia sul piccolo Aldo, deceduto a seguito dell'incidente.