SCAGIONATO IL CAMIONISTA

Torino, guidava l'auto in cui morirono la figlia e la nipote: rinviata a giudizio per omicidio stradale

L'automobile di Monica Lorenzatti si era scontrata contro un tir. La donna si è sempre dichiarata innocente. Ancora in coma la sorella

18 Feb 2019 - 16:00
 © lapresse

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Omicidio stradale plurimo e lesioni gravissime, sono le accuse di cui deve rispondere Monica Lorenzatti, 51 anni di Villarbasse, in provincia di Torino. Nell’ottobre 2017 era alla guida della sua automobile sull’Autostrada del Brennero quando è finita contro un tir. Nell’incidente hanno perso la vita la figlia di nove anni, Gioia Casciani, e la nipote 17enne Ginevra Barra Bajetto, due giovani promesse del pattinaggio. In coma da quel giorno, la sorella gemella di Monica e madre di Ginevra.

Monica e la sorella avevano accompagnato le figlie a una gara di pattinaggio a Merano. Sulla strada del ritorno, lo schianto mortale. Monica ha raccontato di come il tir che la precedeva abbia frenato improvvisamente. Non è stato possibile, quindi, per la donna evitare lo scontro. Il conducente del mezzo ha dichiarato, prima, di aver cercato di evitare un animale, poi di aver avuto un malore. Inizialmente, anche l’uomo era indagato con gli stessi capi d'accusa di Monica. La pm Alessandra Liverani ha chiesto per lui l’archiviazione. 
 
La mamma di Gioia ha sempre respinto ogni responsabilità, ma è stata rinviata a giudizio. La prossima udienza del processo sarà a settembre, quando verrà chiarita la dinamica dell’incidente. Monica è stata accusata di omicidio stradale in conformità alla legge entrata in vigore nel marzo 2016. La normativa prevede  che il conducente di un mezzo rischi da 5 a 10 anni di reclusione se ha causato l’incidente per condotta pericolosa o imprudente.

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