Il professionista è accusato di aver emesso certificati di esenzione dal vaccino anti-Covid senza fondamento nei confronti di una settantina di persone, che risultano indagate
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Un medico "No vax", Giuseppe Delicati, è stato arrestato dai carabinieri del Nas di Torino, per falso ideologico in atti pubblici, "errore determinato dall'altrui inganno" e omicidio colposo. Il professionista è accusato di aver emesso certificati di esenzione dal vaccino anti-Covid senza fondamento nei confronti di una settantina di persone, che risultano indagate. La situazione si è aggravata dopo la morte di un suo paziente di 70 anni, che non si era vaccinato e che è deceduto il 12 gennaio.
Il video in cui metteva in dubbio l'esistenza del Covid Delicati, 61 anni, era finito nell'occhio del ciclone già a ottobre 2020 per alcune sue esternazioni sul Covid e, soprattutto, sul vaccino antinfluenzale che, a suo parere, rafforzava il virus. Frasi negazioniste che aveva affidato ad un video (poi rimosso) circolato su diversi canali social. Il video gli era valso una segnalazione all'Ordine dei medici di Macerata, dove era iscritto nonostante da tempo lavorasse nello studio di Borgaro.
Le esenzioni Un anno dopo Delicati era stato sorpreso dai carabinieri a firmare un gran numero di esenzioni dal vaccino anti-Covid, benché non ne avesse i requisiti, anche a persone che non erano suoi pazienti e, tra questi, personale sanitario, scolastico o appartenente alle forze dell'ordine che, in questo modo, tentava di aggirare l'obbligo vaccinale. A gennaio l'Asl To4 gli aveva revocato la convenzione con il Sistema Sanitario Nazionale mandandolo in pensione anticipata.
Presidio di protesta di attivisti No Green Pass e No Vax In seguito all'arresto, nel centro di Torino c'è stato un presidio di protesta di attivisti No Green Pass e No Vax. Si tratta di un centinaio di persone, con bandiere tricolori listate a lutto. "Vergogna, dovete liberarlo", gli slogan urlati. Per i manifestanti il dottor Delicati è "la versione moderna di Perlasca e Schindler. Persone che hanno messo a rischio vita e carriera per proteggere i perseguitati e combattere l'ingiustizia". Lo hanno scritto sui cartelli esibiti alla manifestazione.
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