I licenziamenti e la delocalizzazione degli stabilimenti italiani in Slovacchia hanno scatenato la protesta di un centinaio di lavoratori
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Un lavoratore dell'Embraco, Daniele Simoni, si è incatenato ai cancelli della fabbrica di Riva di Chieri (Torino). "Non voglio mollare, è la mia fabbrica che mi ha dato da mangiare per 25 anni e finché ci sarà uno spiraglio non mollerò", ha dichiarato l'operaio. I licenziamenti e la delocalizzazione degli stabilimenti italiani in Slovacchia hanno scatenato la protesta di un centinaio di lavoratori, radunatisi intorno alle 8.
Davanti ai cancelli della fabbrica serpeggia lo sconforto. I lavoratori sono disgustati dall'atteggiamento dell'azienda e sfiduciati perché non vedono alcun tipo di prospettiva positiva.
"Lavoreremo fino al 25 marzo per far cambiare idea all'azienda", ha detto Dario Basso, segretario generale della Uilm torinese. "A questo punto il governo deve agire, i tempi sono strettissimi. Se un'azienda vuole insediarsi bisogna fare in fretta", ha aggiunto Ugo Bolognesi della Fiom.