Un operaio di Mazzè è stato giudicato colpevole dal tribunale di Ivrea. “Dovevo sfogare lo stress”, si era giustificato
Aveva tagliato la gola al cane e lo aveva finito a martellate. Un operaio di Mazzè, in provincia di Torino, è stato condannato mercoledì mattina a quattro mesi di reclusione dal tribunale di Ivrea. I fatti risalgono al maggio di tre anni fa, poco dopo che l’uomo aveva perso il posto di lavoro. “Mi sono accanito sul cane perché avevo bisogno di sfogare lo stress”, si era giustificato.
L’animale era un meticcio di grossa taglia. Ad allertare i carabinieri era stato un vicino di casa, richiamato dai lamenti del cane ferito. Il caso aveva avuto grande risonanza in paese, dove diverse associazioni animaliste avevano organizzato manifestazioni di protesta nei confronti del proprietario dell’animale.
Non si tratta del primo caso di questo genere in Italia. Nel 2015, due uomini e una donna avevano ucciso a martellate un vecchio cane malato di scabbia a Gallicano, in provincia di Lucca. I tre volevano vendere il terreno occupato dall’animale. Poco abituato ai visitatori e segnato nell’aspetto dalla malattia, il cane teneva lontano, secondo loro, ogni possibile compratore.
Nel 2012, un episodio simile si era verificato a Parre, nel Bergamasco. Sotto accusa era finito il vicino del proprietario del cane, assolto però con formula piena tre anni più tardi.