E' stato preso di mira Marcello Segre, figura molto nota nell'ambito del volontariato. Sul caso sta indagando la Digos
Una stella di David sotto la scritta "Jude" è stata tracciata a Torino sulla porta di casa di un appartamento. Questa volta il bersaglio dell'odio antisemita è stato Marcello Segre, presidente dell'associazione Piemonte Cuore onlus e figura molto conosciuto nel mondo del volontariato locale. Sul caso la Digos ha avviato degli accertamenti dopo la segnalazione dello stesso Segre.
Segre si batte per i defibrillatori Il 30 gennaio uno dei suoi defibrillatori ha permesso di salvare la vita a uno studente di 21 anni. Marcello Segre, il torinese che oggi ha trovato la sua porta di casa imbrattata con la Stella di David, con l'associazione Piemonte Cuore di cui è presidente si batte da anni per diffondere l'uso di questi dispositivi medici. Sono tantissimi, negli anni, i progetti che sono stati avviati dalla onlus, dai corsi nelle scuole al posizionamento di defibrillatori in vari punti di Torino e di altri Comuni. Il primo in ordine di tempo fu consegnato nel 2014 a una piscina pubblica del capoluogo piemontese.
"Svilito il valore di una comunità" Marcello Segre ha commentato l'episodio: "C'è rammarico per gesti che sviliscono il valore di una comunità civile come quella piemontese, da sempre inclusiva e lontana da derive antisemite". Segre ha poi spiegato che un simile fatto era già successo 30 anni fa, quando era consigliere del quartiere centro.
Responsabilità e insegnamento "Non mi piace accusare nessuno, la mia famiglia aiuta gli altri in tutti i modi. Questo è un bellissimo paese, Torino e il Piemonte sono posti inclusivi. Noi adulti abbiamo grande responsabilità, mancano dei modelli. Ecco perché vado nelle scuole. Bisogna raccontare la storia, soprattutto la storia recente. Ma non voglio far diventare la cosa un circo", ha voluto sottolineare.
Zingaretti: "Mobilitiamoci tutti" "Purtroppo non è la prima volta, negli ultimi tempi, che assistiamo a episodi gravi come questo. Nessuno è autorizzato a far finta di niente", ha detto Nicola Zingaretti. Secondo il segretario del Pd, "tutti siamo chiamati a mobilitarci per difendere il diritto di credere e avere un'identità. Non torneremo mai indietro, mai più", ha sottolineato.