"Ridevo sempre ma ero morto dentro"

Pietro Maso si confessa in tv: "Ho ucciso i miei genitori perché volevo stupire a tutti i costi"

Il 17 aprile 1991, aiutato da tre amici, tolse la vita al padre e alla madre con lo scopo di impossessarsi della loro eredità: "Ridevo ma ero morto dentro"

10 Ott 2019 - 11:33
 © da-video

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"Volevo stupire a tutti i costi e così ho fatto qualcosa che gli altri non potranno mai fare, uccidere i miei genitori". Torna a parlare in tv Pietro Maso, l'autore di uno dei crimini più efferati negli anni '90. Il 17 aprile 1991, aiutato da tre amici, il 19enne Pietro tolse la vita al padre Antonio e alla madre Mariarosa Tessari nella casa di Montecchia di Crosara (Verona) per entrare in possesso dell'eredità. "Ridevo ma ero morto dentro", spiega. 

Nell'intervista rilasciata al canale Nove, Maso racconta di essersi sempre ispirato a uno dei protagonisti di Miami Vice, Don Johnson: "Era il mio guru: così bello, così giovane e così pieno di vita. Il telefilm proponeva una visione aperta e mai vista della realtà, il fascino di una Ferrari bianca. Nella mia testa ero uguale a lui. Volvevo stupire e per avere gli occhi addosso mi mettevo le cose più vistose. La punta è stata quando mi sono presentato in discoteca con la tuta da sub". 

Il piano folle di uccidere i genitori nasceva dal bisogno continuo e incessante di soldi per poter condurre una vita al di sopra delle sue possibilità: "Dovevo avere sempre il portafoglio pieno. Non ero mai soddisfatto, ero un morto che camminava". 

Poi la tragica ricostruzione di quella sera: "Ci siamo caricati con la canzone di Phil Collins per Miami Vice. Avevamo indossato delle maschere da diavolo. Tutti tranne me: io la maschera ce l’avevo già". I quattro killer improvvisati a quel punto colpiscono i genitori di Maso con spranghe e padelle e cercano di soffocarli: "Alla fine c’era un silenzio e un odore di sangue spaventoso", ricorda. 

Ventidue anni dopo Maso esce dal carcere ma entra nel tunnel della cocaina e viene ricoverato in una clinica per disintossicarsi. Le sorelle inizialmente lo perdonano ma poi vengono messe sotto scorta in seguito a delle intercettazioni in cui lui le minacciava. Nel 2017, il tribunale di Milano lo assolve dall'accusa di minacce alle sorelle riconoscendo uno stato alterato al momento dei fatti ma i rapporti con le donne si sono comunque interrotti. 

Maso rivela infine di aver ricevuto una telefonata da Papa Francesco a cui aveva scritto per chiedere perdono a Dio: "Non ci potevo credere. Mi ha anche chiesto di pregare per lui. Lui, il Papa, che chiedeva a me di pregare per lui. Io, che sono l’ultimo, il maledetto, l’assassino, il mostro".

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