I dati

Pirateria online in aumento: in Italia costa 10mila posti di lavoro

Nel 2022, nel nostro Paese, il fenomeno ha registrato un incremento del 3,3%

17 Ott 2023 - 17:21
 © ansa

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Cresce la pirateria online. Anche se l'Italia figura, insieme a Germania e Polonia, tra gli Stati con il minor tasso di pirateria in Europa, nello scorso anno, nel nostro Paese, il fenomeno ha registrato un incremento del 3,3%. È quanto emerge dallo studio "Violazione del diritto d'autore online nell'Ue 2023", condotto dall'Ufficio dell'Unione europea per la proprietà intellettuale e pubblicato lo scorso 13 settembre, che pone in comparazione i dati dei due precedenti report. Inoltre, secondo l'Indagine sulla pirateria audiovisiva in Italia nel 2022, ammontano a 1,7 miliardi di euro i danni sul Sistema Paese generati dalla pirateria in termini di mancato fatturato, a cui si aggiunge un impatto negativo di 716 milioni di euro sul Pil e di 319 milioni di euro sulle entrate fiscali per lo Stato. Se ciò non bastasse, è stata stimata una perdita di posti di lavoro, soprattutto fra i più giovani, di poco meno di 10mila unità per il 2022.

L'aumento della pirateria online è imputabile principalmente alla crescita della pirateria televisiva, che, nel 2022, ha rappresentato il 48% della pirateria aggregata totale (televisione, film, musica, software e pubblicazioni), a cui segue in termini di accessi quella delle pubblicazioni editoriali, sempre più spesso soggette a download illegali. È utile sottolineare che, secondo lo studio dell'Ufficio dell'Unione europea per la proprietà intellettuale, di cui alcuni dati sono emersi nel corso della presentazione del nuovo spot anti-pirateria con Bobo Vieri voluto dalla presidenza del Consiglio, la pirateria cinematografica e musicale è ancora in calo, mentre quella di software (soprattutto giochi e software per dispositivi mobili) ha registrato un aumento significativo nel 2022.

Dall'Indagine sulla pirateria audiovisiva in Italia nel 2022, emerge, inoltre, che il 59% degli intervistati non era pienamente consapevole che, a causa della pirateria, i lavoratori dell'industria audiovisiva rischiano di perdere il posto di lavoro. Inoltre, secondo la stessa ricerca sono circa 345 milioni gli atti di pirateria compiuti nel 2022: il 35% ha riguardato film, il 30% serie/fiction, il 23% programmi e, infine, il 12% sport live. Una nota positiva è certamente rappresentata dal fatto che il 49% dei fruitori pirata entrati in contatto con siti web oscurati ha dichiarato di essersi convertito a fonti legali.

Per rimanere sempre nel contesto nazionale, secondo una ricerca condotta da Ipsos per Air, è stimato in 771 milioni di euro il fatturato che la pirateria sottrae ogni anno all'editoria libraria, pari al 31% del mercato complessivo, a cui si sommano, per il solo 2020, circa 250 milioni di euro di perdite a causa della proliferazione di canali, chat e siti dedicati alla diffusione non autorizzata di testate giornalistiche. In Italia, per quanto attiene il contrasto alla pirateria online dal 2013, Agcom interviene grazie alla Delibera 680/13/Cons recante il "Regolamento in materia di tutela del diritto d'autore sulle reti di comunicazione elettronica e procedure attuative ai sensi del decreto legislativo 9 aprile 2003, numero 70". A distanza di un decennio dalla sua entrata in vigore, sono pervenute complessivamente 4493 istanze, di cui 4475 per violazioni online. Di queste, prendendo in esame il tipo di opera il 58,16% riguarda l'audiovisivo, a cui segue con il 6,03% l'editoria e con il 5,21% la fotografia. Ben 3237 istanze si sono concluse con ordini di disabilitazione dell'accesso.

Il Regolamento è stato recentemente oggetto di un aggiornamento finalizzato a contrastare più efficacemente la pirateria degli eventi sportivi live e in qualche misura ha anticipato le disposizioni della legge 14 luglio 2023, sulla "prevenzione e la repressione della diffusione illecita di contenuti tutelati dal diritto d'autore mediante le reti di comunicazione elettronica". Tuttavia, anche a livello europeo sulla stessa linea, era stata adottata a maggio 2023 la raccomandazione dalla Commissione europea, con la quale ogni Stato membro è stato incoraggiato ad "adottare misure efficaci, equilibrate e appropriate per contrastare le ritrasmissioni non autorizzate di streaming illeciti". 

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